Prestigiosa la sede, il Ridotto del Teatro
Grande, per la sua prima apparizione pubblica in città dal 1990,
quando al Quadriportico presentò con l’editore Leonardo Mondadori l’ormai
leggendario “Altri abusi”, pietra miliare della letteratura di viaggio europea.
Il tam tam da tempo si era diffuso fra i lettori
ben informati che erano andati a scovare data e luogo in una riga nel sito web
di Marsilio, mentre da Palazzo Loggia non filtrava alcuna informazione fino a
sabato, quando a metà mattina veniva diramato uno scarno comunicato per un
appuntamento di indubbio rilievo che avrebbe meritato ben altro battage.
Ma Busi aveva già disdetto il tutto,
preavvertendone peraltro con puntualità l’organizzazione.“In queste settimane
sono oberato da inviti che giungono un po’ da tutta Italia e cerco di onorare
puntualmente” informa. “Avevo fatto i salti mortali per inserire nel calendario
anche Brescia e c’ero riuscito. Trattarmi così però è stato di una sciatteria
inqualificabile da parte loro: non sono riusciti a emettere nemmeno un
comunicato-stampa in tempo e modo dignitosi, dopo che per giorni avevo fatto ripetuti
tentativi di avere informazioni, indicazioni, certezze, per confermare che
l’evento si sarebbe tenuto alle numerose persone che nel frattempo mi e si
chiedevano perché nessuno ne desse comunicazione”.
“Ero arrivato a pensare
che proprio non mi volessero - aggiunge - ma alla fine mi sono convinto che si
tratta di un caso di incapacità, gestito da persone non abituate a lavorare
seriamente e che quindi non si rendono conto di quanto non hanno saputo fare e
nemmeno del significato lesivo e offensivo che può assumere il verbo ‘ospitare’ se usato in modo improprio,
come fanno nel loro tardivo e stitico comunicato-stampa”.
Dal canto suo l’assessore
alla cultura Laura Castelletti dichiara costernata di non essere stata “a
conoscenza di come si sono svolte le cose, considerato che l’iniziativa non era
stata organizzata dal mio assessorato”.
“Ho appena telefonato
allo scrittore – spiega – che ho trovato molto amareggiato e fermo sulla sua
posizione. Trattandosi di una figura di straordinaria rilevanza, speravo di
poterne recuperare la presenza in città in un’altra data, ma purtroppo ho
capito che è un’occasione definitivamente persa”.
Ed esprime tutto il suo rammarico
perché “in questa specifica occasione la Loggia non ha saputo essere
all’altezza del compito assegnatole”.
Disdetto un incontro mai
seriamente organizzato dai promotori, a Busi (di ritorno da una trionfale
presentazione a Bassano del Grappa) è toccato persino scusarsi con il libraio
contattato dall’editore per l’occasione. E intanto “Vacche amiche” sta riscuotendo unanimi
consensi di critica e di pubblico. Con il suo brioso titanismo linguistico,
espresso in uno stile affabulatorio, epigrammatico, di un'eleganza senza pari, in
queste pagine Busi guida il lettore in una brutale e toccante discesa agli
inferi dell'identità amorosa, sessuale e civile, in un percorso circolare nel
quale nulla accade perché tutto è già accaduto e non resta che prendere atto
della verità così come la scrittura la riconosce e la indaga, la tenta, invano,
a uscire allo scoperto attraverso lo smascheramento spietato dell’imperfetta
menzogna coltivata per tutta una vita da personaggi della piccola, media e
grande borghesia, ordinari incantatori che vorrebbero sottrarsi e restare
misteriosi ma finiscono per venire centrifugati in questo potente caleidoscopio
delle umane vanità, cui non sfugge nemmeno chi ne scrive per chiamarsene fuori.
Ai molti bresciani che avrebbero voluto
incontrarlo mercoledì toccherà aspettare il 18 maggio quando per andare a
sentirlo dovranno però scendere fino a Crema, dove parlerà alle ore 20.45 al
Teatro San Domenico.
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