“Altre
decine di case, cascine e aziende abbattute, altre decine di famiglie
espropriate e sfrattate. Intere frazioni e quartieri verranno isolati per anni
da cantieri che sorgeranno in molti casi a ridosso di siti dal grande valore
storico e naturalistico” osserva il movimento in una nota. “Decine di chilometri quadrati di suolo agricolo consumati; tra questi andranno persi
per sempre circa il 20% dei vigneti del Lugana, con un danno economico stimato attorno
a 14 milioni di euro annui, e un tunnel di 7 km sotto la cittadina di Lonato
creerà grossi scompensi idrici a questo territorio”.
“Intanto - rilevano i No Tav - il nostro
trasporto pubblico locale langue in uno stato comatoso dopo continui tagli di
corse lungo l’attuale tratta Brescia-Verona, non ultimo il taglio degli otto
treni interregionali veloci Milano-Venezia, utilizzati quotidianamente da oltre
diecimila persone. Si tagliano i treni accessibili economicamente a tutti e si
costruiscono percorsi e treni costosi e inutili, riservati a pochi”.
Il percorso di attività e iniziative sul Garda culminerà
nella marcia interprovinciale di domenica 5 ottobre, quando i No Tav partiranno
alle ore 14 davanti alla torre di San Martino della Battaglia per attraversare il percorso dei vigneti Lugana e dare
informazioni sull’evento presso le abitazioni e i luoghi interessati al
passaggio della nuova linea ferroviaria.
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