Nel 67° anniversario dello sganciamento della prima bomba atomica su Hiroshima, anche dalle nostre parti ci si muove per partecipare alla quarta edizione della manifestazione "Pace in Bici", che partirà la sera di giovedì 5 agosto da Porec, in Croazia, e si concluderà lunedì 9 davanti alla base militare di Aviano, dopo aver attraversato le città di Vizinada, Grisignana, Buie, Portorose, Capodistria, Trieste, Monfalcone, Cervignano, Palmanova, Strassoldo, Latisana, Teglio e Pordenone.
"L’obiettivo - spiega il prof. Nicola Fantoni che guiderà la comitiva bresciana - è rinnovare l’impegno per il disarmo nucleare, incontrando il maggior numero possibile di gruppi, associazioni ed enti locali per incoraggiare un rapporto più rispettoso tra le comunità umane e l’ambiente. L'apertura internazionale della manifestazione favorirà l'adesione di comuni sloveni e croati alla rete dei Sindaci per la Pace, promossa dal primo cittadino di Hiroshima per un mondo libero da armi nucleari. La carovana si concluderà il 9 agosto alle ore 11, come sempre davanti alla base di Aviano, dove sono tuttora stoccate una cinquantina di armi nucleari".
Si tratta dell'unico sito italiano che ospita ancora questi ordigni di morte, dopo che nell’autunno 2010 sono state spostate da Ghedi le 40 testate che vi erano ospitate. "Dovrebbe essere questo un gesto normale e scontato sulla via del disarmo - sottolinea Fantoni - e invece viene accolto sempre come un evento eccezionale. Se ci si è arrivati è stato anche grazie al pluridecennale impegno dei movimenti per la pace nella nostra provincia, tristemente famosa per la produzione di armi, protagonista e corresponsabile del mercato bellico a livello mondiale ".
Sulla bicifestazione - alla quale a livello nazionale hanno aderito numerosi gruppi nonviolenti cattolici e laici – il prof. Fantoni si dice fiducioso in una forte partecipazione. "Attraverseremo un territorio che conserva viva la memoria della crudeltà e delle miseria della guerra, dove gli scontri e le violenze del passato oggi devono lasciare il passo al dialogo, alla comunicazione, a un nuovo modello di convivenza, a una diversa concezione di confine. Raccoglieremo adesioni alla campagna per promuovere una Convenzione internazionale che metta al bando le armi nucleari. Già in passato le alleanze tra la società civile e gli enti locali hanno promosso, con un percorso di diplomazia dal basso, i trattati per le messa al bando delle mine antiuomo e delle munizioni a grappolo e hanno guidato gli Stati nell’approvazione delle Convenzioni per l’eliminazione delle armi chimiche e biologiche".
"I popoli del mondo - per Fantoni - vogliono l’abolizione delle bombe nucleari. Nessuna delle grandi sfide che l'umanità deve affrontare potrà essere risolta con il loro uso. Lungi dal garantire la nostra sicurezza, servono ormai solo a proiettare la potenza dello Stato che le possiede. Come scrisse 60 anni fa il filosofo Bertrand Russell, sul pianeta non possono convivere la specie umana e le armi nucleari. Si è conclusa a fine maggio la Conferenza di Riesame del Trattato di Non Proliferazione con il quale le potenze nucleari si erano impegnate al disarmo atomico totale e generalizzato, ma nel mondo rimangono ancora quasi 23mila bombe nucleari. Questo passo in avanti attesta il riconoscimento dell’inumanità di queste armi da parte di 189 Stati preoccupati per le conseguenze umanitarie catastrofiche di un loro possibile uso e riaffermano l’obbligo a rispettare in qualsiasi circostanza il diritto internazionale, riconoscendo che utilizzarle costituirebbe un crimine di guerra. Inoltre vi è anche un serio problema di carattere economico, in quanto lo stoccaggio e la manutenzione costano ai contribuenti enormi somme di denaro ogni anno, che dovrebbero essere impiegate per ben altri scopi utili alla società civile".
I bresciani intenzionati a partecipare potranno ricevere maggiori informazioni telefonando allo 030/2770032 o al 328/2212734.
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