I giovani dovrebbero fare gli esploratori, ha scritto Lawrence Ferlinghetti, poeta di San Francisco ed editore delle più grandi penne della Beat Generation. E la poesia, in questo caso, è il territorio più vasto in cui perdersi e trovarsi di nuovo.
Con lui ha conversato a lungo Olga Campofreda, realizzando la docu-fiction "Caffè Trieste" (Giulio Perrone editore, pp. 126, euro 10).
"Caffè Trieste" sta a metà fra il reportage narrativo e la guida poetica alla città di San Francisco: l’esplorazione geografica s'intreccia a quella letteraria ed umana attraverso lo sguardo di una giovane scrittrice che intraprende un pellegrinaggio alla ricerca delle radici dei suoi miti. Dieci giorni a Frisco rincorrendo un incontro - quello con Ferlinghetti - che comporterà una serie di altri incroci inattesi: da Jack Hirschman e la sua Brigata di Poeti Rivoluzionari a Neeli Cherkovski, poeta, amico intimo e biografo di Charles Bukowski. Una serie di interviste che si stagliano nella storia come racconti, racconti che si lasciano leggere come parabole. Il Caffè Trieste, nel cuore di North Beach, è lo scenario contro il quale tutto si muove, attraverso una serie infinita di caffè ordinati e bevuti d’un sorso, sigarette accese e consumate, le suole contro l’asfalto, sempre, per arrivare fin dove si spinge lo sguardo, fin dove suggerisce la poesia. Si legge, questo libro, per conoscere i luoghi di Kerouac, Ginsberg, Bob Dylan attraverso le parole di chi li ha vissuti come testimone. E si finisce poi per scoprire quanto oltre il mito è sopravvissuto, sorpassandolo.
Chi volesse ricevere una copia del volume può scriverci a linea.indipendente@hotmail.it
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