lunedì 31 luglio 2023

Libertà per Boris Kagarlitsky!

In Russia il regime ha arrestato il notissimo sociologo Boris Kagarlirsky. La notizia conferma che la guerra non fa altro che restringere gli spazi democratici e favorire la deriva autoritaria.
Già schedato come «agente straniero» nel 2022 sulla base della normativa repressiva, la sua è una delle voci più autorevoli di opposizione a Putin, come precedentemente a Eltsin e, in generale, all’oligarchia che si è arricchita dopo la restaurazione del capitalismo in Russia.
Non è la prima volta che viene arrestato e perseguito penalmente. L’ultima volta, nel 2021, stava recandosi va all’università per tenere una lezione su Marx: la motivazione allora fu il suo invito a protestare contro i brogli elettorali. 
Ora è accusato di sostenere e giustificare il terrorismo, ma in realtà è perseguito perché fin dall’inizio si è schierato contro la guerra decisa da Putin. In passato era stato criticato anche dai nazionalisti ucraini per aver definito come spontanea e conseguenza di Euromaidan la rivolta popolare che portò alla nascita delle repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk.
Chi ha letto i suoi libri e articoli - fra l'altro è stato anche collaboratore del quotidiano "il manifesto" - sa che l’accusa di terrorismo non ha fondamento: lui ha lavorato in questi anni per unire le forze di opposizione di sinistra e negli ultimi mesi ha più volte denunciato l’escalation repressiva in Russia. Kagarlitsky è direttore della rivista online "Rabkor", che non gode dell’attenzione che i media occidentali dedicano ad altri oppositori perché critica il putinismo da un punto di vista anticapitalista.
Chi come noi si batte per una soluzione di pace non può che essere dalla sua parte. Chiediamo l’immediata liberazione di Boris Kagarlitsky!

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