martedì 23 febbraio 2021

Muore Lawrence Ferlinghetti, l'ultimo cantore del cuore di un mondo che non batte proprio più

Lawrence Ferlinghetti non c'è più. Se n'è andato ieri, alle soglie dei 102 anni, dopo aver vissuto una vita sempre a testa alta e mente aperta, rivoluzionando il mondo della poesia e dell'arte internazionali. 
Scrittore, editore, libraio, performer, pittore e molte altre cose ancora, questo è stato Lawrence Ferlinghetti. E prima ancora fu testimone degli orrori della guerra nell'inferno dello sbarco angloamericano in Normandia e nell'apocalisse della Nagasaki distrutta dall'atomica.
Lui che l'aveva combattuto, quel terribile conflitto, ci ha insegnato poi a disertare ogni guerra, ad amare la pace e la fratellanza fra i popoli, ma anche i profumi, i saperi e i viaggi.
Figlio del clarense Carlo Ferlinghetti, battitore d'aste approdato agli inizi del secolo scorso nello stato di New York, Lawrence era nato il 24 marzo 1919. Abbandonato a nemmeno un anno anche dalla madre Clemence (ricoverata per disturbi psichici) e affidato alla zia Emily che scompare a sua volta precocemente nel 1925, fu allevato dalla ricca famiglia presso la quale la zia faceva la governante.
Il piccolo Lorenzo - come amava farsi chiamare da piccolo - va a scuola, ma già a 10 anni si guadagna da vivere vendendo giornali. Lettore onnivoro, nel 1937 si iscrive alla Università del North Carolina, dove si laurea nel 1941. Attivo controvoglia su due fronti bellici, quello europeo e quello pacifico, alla fine della guerra torna a New York, dove pubblica poesie e articoli su giornali locali. Poi si trasferisce a Parigi, dove sbarca il lunario con impieghi precari fino al 1950 trovando anche il tempo di laurearsi alla Sorbona.
Nel 1951 a San Francisco si sposa con Selden Kirby-Smith e lavora come insegnante fino al 1953, quando con Peter Martin (figlio dell'anarchico italiano Carlo Tresca) apre a Columbus Avenue, nel cuore della città, il City Lights Pocket Book Shop, la più famosa libreria d'America. Scrive e pubblica volumi di poesie e romanzi, divenendo il coordinatore del movimento letterario della beat generation, che segnò una decisiva svolta rivoluzionaria, ecologista e libertaria, nel panorama culturale statunitense fino ad allora offuscato dal maccartismo. I libri suoi e degli amici Jack Kerouac, Allen Ginsberg e Gregory Corso vendono centinaia di migliaia di copie, ma gli procurano anche noie con la giustizia. Nel 1957 è arrestato e processato per la pubblicazione di Howl, il poema di Ginsberg considerato il manifesto dei beatnik: "assolto per la rilevanza sociale del testo". L'anno dopo esce il suo capolavoro A Coney Island of the mind, che riscuote un grande successo di pubblico. Viaggia poi in lungo e in largo per le due Americhe e pubblica splendidi libri e dischi di liriche.
Trova anche il tempo per fare due figli, Julie nel 1962 e Lorenzo jr. nel 1963. Dal 1967 al 1973 guida le proteste contro la guerra in Vietnam, recitando testi che invitano all'obiezione di coscienza e subendo arresti e persecuzioni. Sempre del 1973 è il divorzio e l'inizio della breve relazione con Paula Lillevand. Con lei partecipa alle mobilitazioni ecologiste e a molti festival di poesia, fra cui quello di Castelporziano nel 1979. Gli anni '80 lo vedono approfondire gli studi di pittura e scrivere versi inneggianti alla causa pacifista. La sua libreria diventa nel frattempo un vero e proprio tempio della cultura internazionale. Grazie a lui, a partire dal 1988, alcune strade di San Francisco vengono intitolate a poeti, Ferlinghetti incluso. Sempre intensi i rapporti con il nostro paese: lavora a lungo con Fernanda Pivano, traduce per la City Lights le opere di Pasolini, tiene numerosi reading e vince diversi premi, dal Camaiore al Flaiano al Cavour. A Brescia grande successo ha avuto la mostra a lui dedicata a Santa Giulia nel 2017. Negli ultimi anni ha continuato a sostenere con sorprendente freschezza la lotta contro le guerre e il capitalismo: le sue opere e performance sono sempre state salutari iniezioni di fiducia nella libertà, nella nonviolenza, nella possibilità che tutte le donne e gli uomini del pianeta possano vivere felici. 
Flavio Marcolini

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