giovedì 11 febbraio 2021

Foibe: storia e propaganda

Sulla foiba di Basovizza, e sul monumento costruito nei pressi, si discute da anni; ed è probabile che se ne continuerà a discutere.
Ci sono però alcuni aspetti da rilevare. Il primo è che, soprattutto negli ultimi venti-trent’anni, la storiografia si è molto impegnata nelle ricerche sulle foibe.
Dico “storiografia” e non la propaganda politica. Chi ha fatto ricorso finora alla propaganda politica ha trascurato ad esempio che in prima fila nella ricerca storica ci sono stati storici seri come Raoul Pupo – e prima di lui Elio Apih – e l’Istituto giuliano di storia della Resistenza. Dalle ricerche è risultato che Basovizza era una foiba. Quanti corpi siano stati precipitati in quel luogo, almeno allo stato attuale la ricerca storica non è riuscita ancora ad appurarlo.
Che altro ha trascurato la propaganda politica?
Intanto che i massacri delle foibe sono da inquadrare in due fenomeni. Il primo consiste nella precedente opera nefasta del fascismo nei confronti della popolazione slava – che il regime intendeva “italianizzare”, se non espellere dai confini. Uno dei primi atti dello squadrismo fascista era stato, non a caso, l’incendio dell’Hotel Balcan a Trieste, sede delle organizzazioni slovene, nel luglio 1920. Il secondo fenomeno è che è che l’esodo giuliano-dalmata è da inquadrare negli esodi di popolazione che si verificarono in Europa alla fine della guerra.
Ma c’è di più. Da qualche decennio c’è in diversi paesi europei uno scontro fra memorie. Chi visita Vilnus, ad esempio, può visitare il luogo delle prigioni in cui furono torturati e poi massacrati supposti oppositori del regime sovietico. Ora, sull’onda delle celebrazioni che avvengono il 27 gennaio in ricordo della Shoah, ogni nazione intende farsi riconoscere un passato di “martirio”. Gli storici hanno studiato e studiano ancora oggi questo fenomeno; e molto ci sarebbe da dire. Nel caso italiano, le memorie sono divise; e lo sono in base agli schieramenti politici. Anche questo aspetto è oggetto di studio; così come è oggetto di studio la propaganda politica per le foibe.
Domando ai propagandisti politici: sul tema delle foibe, il loro è proprio un buon servizio reso ai morti?
Di una cosa possiamo essere sicuri: gli storici continuano a compiere il loro lavoro. E alla fine, semmai fra alcuni decenni, sarà la ricerca storica a trionfare. La propaganda, come i vari regimi politici, ha sempre il fiato corto.
Francesco Germinario

Nessun commento:

Posta un commento