martedì 1 dicembre 2020

No Tav: riflettori sul cavalcavia abbattuto in località Faccendina a Lonato

Corredata da un articolato fotoreportage, è durissima la requisitoria del Coordinamento No Tav Brescia-Verona contro l'abbattimento del cavalcavia in località Faccendina a Lonato del Garda nella notte fra sabato e domenica scorsi, nell'ambito dei lavori per la realizzazione della tratta Brescia-Verona della nuova linea ferroviaria ad alta velocità.
“In Italia funziona così” scrivono gli ambientalisti. “Si demolisce, si butta, si distrugge ancor prima di iniziare a costruire, grazie ad una 'politica' senza visioni, intestardita nel voler continuare a danneggiare i territori, favorendo gli interessi di pochi per costruire opere pubbliche non prioritarie per l’Italia. Il tutto mentre il Paese sta attraversando una situazione sanitaria epocale, a causa del Covid, dove a rischio ci sono (e ci saranno) molti posti di lavoro che inevitabilmente sfocerà in una crisi economica e sociale senza precedenti”.
I No Tav denunciano “la mancanza di sicurezze nei cantieri e il mancato rispetto del territorio e dei cittadini che lo abitano. Immagini non di repertorio scattate domenica 29 – lo stesso giorno dell’abbattimento del ponte nello stesso punto – documentano quanto la 'grande professionalità' tenuta per il lavoro notturno sia divenuta alla luce del giorno, una realtà al limite della legalità: cancelli aperti (proprio a ridosso del ponte abbattuto) senza cartellonistica ma, ancora più grave, la presenza di mezzi con carichi sospesi addirittura per l’intera giornata di domenica 29”. E ancora “soltanto qualche giorno prima, operai senza mascherina e senza distanziamento l’uno con l’altro”.
I No Tav segnalano inoltre che “da alcune settimane personale certamente incaricato dal Consorzio sta procedendo con 'iniezioni di cemento' nel sottosuolo per consolidare la zona a ridosso del tunnel, anche nelle vicinanze dell’autostrada, nel totale silenzio mediatico, un silenzio che porterà inevitabilmente ad un nuovo disastro idrogeologico, senza ritorno, a soli pochi giorni dal dramma della Sardegna che conferma quanto la superficialità umana sia l’unica causa del dramma che l’ha colpita”.
Il Coordinamento su tutto ciò ha inoltrato agli organi di competenza un esposto-denuncia. "La documentazione, le denunce, le fotografie e le richieste di controllo - concludono - serviranno per documentare le responsabilità penali e civili, che dovessero derivare da sinistri a cose e persone".

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