venerdì 29 settembre 2017

Anche Calcinato per il referendum provinciale sull'acqua

Con l'astensione dei dodici membri del gruppo di maggioranza “Insieme per Calcinato” e il voto favorevole dei cinque consiglieri di minoranza (dei gruppi Bene Comune, Movimento 5 Stelle, "Con te per Calcinato" e “Sangiorgi Sindaco”), nella seduta di giovedì 28 settembre anche il consiglio comunale di Calcinato – seppur in forma del tutto anomala – ha approvato la "adesione alla richiesta di referendum consultivo provinciale in materia di gestione del servizio idrico integrato".
Al centro dell'attenzione di questa istanza c'è la “deliberazione del Consiglio Provinciale n. 38 del 19 ottobre 2015 che ha scelto la forma di gestione del Servizio Idrico Integrato, individuata nel modello della società mista pubblico-privata” con il procedimento per l’affidamento in due fasi: una prima fase con l’istituzione di una società a totale controllo pubblico, con affidamento in house della gestione unificata anche nei Comuni fin qui gestiti in economia o aggregati in via transitoria ai vari gestori esistenti; una seconda fase con l’espletamento della gara per la scelta del socio privato, entro il termine del 31 dicembre 2018”.
Il richiamo ai referendum nazionali del giugno 2011 per la ripubblicizzazione dell'acqua sostiene la richiesta di indire il referendum provinciale con il  quesito: «Volete voi che il gestore unico del servizio idrico integrato per il territorio provinciale di Brescia rimanga integralmente in mano pubblica, senza mai concedere la possibilità di partecipazione da parte di soggetti privati?».
Con la delibera votata giovedì sera l'amministrazione comunale si impegna pure a “promuovere in qualsiasi forma e con qualsiasi mezzo tale consultazione referendaria, sostenendo le ragioni favorevoli ad un accoglimento del quesito proposto”.
Approvata anche, ma stavolta all'unanimità, una mozione (presentata dal gruppo di maggioranza “Insieme per Calcinato”) che esprime la "condivisione dell’azione di Coldiretti per un commercio libero e giusto e per un’Europa libera dal Ceta".

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