mercoledì 25 settembre 2013

Lettera di un onesto senza lavoro


Vorrei specificare alcune situazioni che mi sono accadute. Sono ormai un senza tetto (vivo infatti grazie alla misericordia di don Armando Nolli che sentitamente ringrazio) e questo perché da ormai due anni non trovo uno straccio di lavoro in questo paese. Non ho particolari rimostranze da fare anche se questa situazione mi pesa parecchio... La prima volta che sono andato dalla mia assistente sociale (Comune di Calcinato) mi sono sentito rispondere che non avevo problemi... perché non sono drogato o peggio un delinquente, risposta che in altri successivi colloqui mi è sempre stata fornita come giustificazione.
 Ora mi chiedo se è necessario che io macchi la mia fedina penale, attualmente immacolata, per ottenere un lavoro. Sono stato agente di commercio per molti anni, una carriera onorata da molti successi che però ora non viene presa in considerazione alcuna o come nell’ultimo colloquio da me avuto mi si prospetta l’idea di essere pagato dopo oltre 6 mesi. No, non ci siamo proprio. Per ottenere una casa poi... praticamente impossibile: troppe richieste e poche case... mi chiedo che deve fare un italiano onesto per sopravvivere... forse rubare? È questa la cosa che fa più male cioè essere spinti dal nostro Stato a rubare per vivere... no piuttosto muoio e qualcuno, per quanto importa, mi avrà sulla coscienza.
 Provate a vivere un inverno come l’ultimo senza mai il conforto di una casa dove andare; provate e poi mi direte. Questo è rivolto a tutti coloro che credono che un homeless sia necessariamente un disgraziato o peggio ancora un delinquente. Tanto so che questa lettera non verrà mai pubblicata visto che non è la prima volta che vi scrivo e la mia situazione non vi farà vendere copie in più... tanto dovevo, tanto ho scritto.
Lettera firmata (dal “Giornale di Brescia” del 24 settembre 2013)

1 commento:

  1. Rispondiamo alla lettera “la Testimonianza” pubblicata in data martedì 24 settembre dal Giornale di Brescia perché, mentre è comprensibile lo sfogo di una persona in grave difficoltà e la sua esposizione “parziale” o scorretta della situazione, è necessario dare voce agli operatori preposti di un servizio sociale che opera con professionalità e attenzione riconosciute come eccellenze a livello provinciale.
    In un momento di crisi economica e di contrazione di risorse con la conseguente sofferenza non solo delle persone che si rivolgono ai servizi ma anche degli operatori quotidianamente “in trincea” tra l’aumento dei bisogni, la carenza delle risorse e l’aggressività dettata dall’esasperazione e frustrazione delle persone, spesso fomentati da questo tipo di azioni e strumentalizzazioni, si ritiene deprecabile un attacco gratuito a chi lavora, considerando che ciò peraltro non porta alcun tipo di giovamento alle persone in difficoltà.
    Non possiamo entrare nel caso in esame, probabilmente molto più complesso di quanto esposto e per cui vige il segreto professionale ed il principio di riservatezza. A livello generale si può precisare che la procedura adottata prevede l’ intervento (se l’ISEE lo permette) con un’erogazione al minimo vitale per alcuni mesi necessari ad approfondire la situazione, viene fatta compilare la richiesta per gli alloggi di emergenza (al momento tutti occupati), viene dato un orientamento con la stampa delle offerte di lavoro dai siti Internet e, se ritenuto necessario, viene proposto sostegno/supporto gratuito presso il nostro sportello di consulenza professionale denominato Punto Famiglia. L’assistente sociale, che nel suo Codice deontologico ha tra i propri principi basilari il rispetto della persona, nel corso dei colloqui quando viene richiesto il lavoro spiega come funzionano i vari servizi. Quando si forniscono informazioni rispetto all’impiego e spesso viene chiesto come mai alcuni utenti hanno avuto l’agevolazione dell’inserimento presso le Cooperative Sociali, tra le informazioni fornite si parla anche della segnalazione al Servizio Integrazione Lavorativa (L.381 applicata direttamente dai servizi specialistici: CPS-SERT-NOA ecc.) possibile quando sono presenti particolari problematiche; fattispecie in cui probabilmente non rientra l’utente che ha “semplificato” ed elaborato le informazioni in modo molto personale ed opinabile.
    Il servizio comunale, in questi anni, sta vivendo una pressione sociale senza precedenti e lo sforzo importante che si sta facendo per canalizzare tutte le risorse disponibili sugli interventi di sostegno e per studiare nuove metodologie di risposta ai bisogni più efficaci e rispondenti al grave contesto in cui viviamo merita una maggiore attenzione, essendo consapevoli che solo continuando a credere nel lavoro di squadra, soggetti pubblici soggetti privati e non per ultimi i responsabili della comunicazione, potremo sperare di crescere come comunità pensante.
    Il Sindaco Marika Legati

    La Responsabile Servizi alla Persona
    dott.ssa Cesira Pastelli

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