sabato 25 maggio 2013

In piene facoltà, Egregio Presidente...

Egregio Presidente,
nell’avvicinarsi della celebrazione della Festa della Repubblica, il prossimo 2 giugno ci
permettiamo di scriverle ancora una volta per sollecitare e valorizzare un’altra forma di
celebrazione, che non associ simbolicamente la nostra Repubblica alla sola forza militare.
Noi crediamo che celebrare la Festa della Repubblica sia anche e soprattutto il valorizzare
le tante storie di chi ogni giorno si impegna per il bene del nostro paese, lavorando per la
coesione sociale, costruendo storie di pace, di giustizia, di solidarietà.
Una scelta che esprime la volontà e le energie che il nostro Paese è in grado di mettere in
campo e che prende le mosse dalla nostra Carta Costituzionale, scritta subito dopo il
flagello del secondo conflitto mondiale e proprio per questo tesa al ripudio della guerra
stessa. La stessa Costituzione ci indica come fondamento della nostra Repubblica sia la
forza del lavoro, e non delle armi. Un lavoro che in questa fase di crisi manca a molti nostri
concittadini e concittadine e che quindi è ancora più da valorizzare e celebrare. Perché sul
lavoro si fonda il nostro vivere comune.
Noi desideriamo che si riportino al centro i valori fondanti della nostra Repubblica,
rappresentati da quelle categorie sociali (vere e proprie forze vive dell’Italia) che hanno
davvero il pieno diritto di essere celebrate in occasione del 2 giugno: le forze del lavoro, i
sindacati, i gruppi delle arti e dei mestieri, gli studenti, gli educatori, gli immigrati, i bambini
con le madri e i padri, le ragazze e i ragazzi del servizio civile.
In particolare questi ultimi sono ai nostri occhi elementi importanti da celebrare, come
simbolo di chi quotidianamente permette al nostro Paese di andare avanti favorendo la
coesione sociale e il supporto a quei diritti e servizi senza i quali non si può parlare di vera
cittadinanza. Senza dimenticare – poi – che il Servizio Civile oggi è l’unico parziale
elemento che riesce a concretizzare quella difesa “non armata” della Patria (prevista del
nostro ordinamento) che costituisce una strada innovativa e a noi cara di assolvere al
dovere previsto dalla nostra Costituzione all’articolo 52 (lo ha ribadito in più occasioni
anche la Corte Costituzionale).
E quindi tutte le realtà del mondo del Servizio Civile, come negli anni passati, vogliono
partecipare a questi festeggiamenti, ricordando il valore della Pace, l’impegno per la
giustizia, la ricerca del dialogo, la pratica della nonviolenza soprattutto in questo momento
di crisi dove le povertà, le disuguaglianze e le ingiustizie sembrano frantumare ed
aumentare la disgregazione sociale sia nel nostro paese che nel resto del mondo.
A 40 anni dalla legge 772 è importante non disperdere – soprattutto nell'attuale momento
storico – il patrimonio dell'obiezione di coscienza e della nonviolenza riproponendolo in
forme rinnovate e ribadire il valore dell'esperienza di servizio civile nazionale come pratica
di costruzione della pace, di rispetto della dignità umana, di riconciliazione pacifica, di
ricucitura del tessuto sociale ed umano, pratica di cittadinanza.
Vogliamo festeggiare la festa della Repubblica per riaffermare che solo attraverso
l’impegno di tanti si può costruire un paese coeso e solidale, dove la pace è declinata nei
tanti piccoli gesti di responsabilità, disponibilità, di dialogo, di ricerca delle ragioni dello
stare insieme.
Per tutte queste motivazioni a Lei Presidente della Repubblica chiediamo, viste anche le
attuali necessità di sobrietà, di festeggiare la nostra Repubblica senza spendere un euro,
valorizzando l’impegno quotidiano di giovani ed enti che al di là della retorica e delle
manifestazioni pubbliche sanno calarsi dentro le ferite dei nostri territori e delle nostre
comunità e costruire storie di speranza, libertà e democrazia.
Da parte nostra ci impegniamo a rendere vivo il 2 giugno su tutti i territori in cui le nostre
realtà sono presenti, per celebrare nelle nostre sedi e con le nostre attività l'Italia che
“ripudia la guerra”: apriremo le nostre porte nello spirito dell’articolo 11 della nostra
Costituzione. Un passaggio importante anche per cambiare i simboli (che sono rilevanti
per il vivere comune) legati a questa che non è la Festa delle Forze Armate ma di tutta la
Repubblica.
E cercheremo inoltre di valorizzare le storie di tanti giovani che hanno scelto di mettersi al
servizio del bene comune, dei nostri territori e delle nostre comunità. Giovani che dal sud
al nord del nostro paese, in ambiti diversi d’intervento, testimoniano con vivacità ed
entusiasmo una voglia di mettersi in gioco e di rendersi protagonisti che riteniamo
preziosa per il presente e il futuro di questa nostra Patria.
Il 2 giugno dunque – e sarebbe importante un Suo Patrocinio a riguardo - le nostre
organizzazioni terranno aperte le proprie sedi in tutta Italia per incontrare i cittadini mentre
i giovani in servizio civile nazionale si recheranno nei Comuni colpiti dal terremoto
emiliano del Maggio 2012. Un modo aperto per testimoniare il contributo concreto che il
Servizio Civile nazionale porta alla coesione sociale e alla difesa del Paese.
Infine, diversi di noi si ritroveranno in quella giornata a Roma per festeggiare la
Repubblica con le categorie già prima ricordate: le forze del lavoro, i sindacati, i gruppi
delle arti e dei mestieri, gli studenti, gli educatori, gli immigrati, i bambini con le madri e i
padri…
Ci piacerebbe poterLa incontrare, per condividere anzitutto con Lei questo grande
abbraccio all’Italia che tutti vogliamo dare.

Rete Italiana per il Disarmo – Controllarmi
Conferenza Nazionale Enti di Servizio Civile – CNESC
Forum Nazionale per il Servizio Civile – FNSC
Tavolo Interventi Civili di Pace – ICP
Campagna Sbilanciamoci!

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