La norma sull’8 per
mille fu introdotta con il nuovo concordato voluto da Bettino Craxi, poi diventato
legge 222 nel 1985. L'articolo
47 recita: «A decorrere dall'anno finanziario 1990 una quota pari all'otto per
mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche...è destinata in parte a
scopi di interesse sociale o di carattere umanitario a diretta gestione statale
e, in parte, a scopi di carattere religioso a diretta gestione della Chiesa
cattolica». Dal 1990 ad ora, a queste due scelte se ne sono aggiunte altre dieci
indicanti altrettante chiese o fedi religiose, ma il meccanismo è rimasto
inalterato, anche per le fortissime pressioni di chi, da tutto ciò, ci guadagna
di più.
Lo Stato (che pure li
spende per la lotta contro la fame nel mondo, l’accoglienza ai rifugiati, la
difesa dalle calamità naturali e la tutela dei beni culturali) non ha mai fatto
pubblicità a proprio favore. La pubblicità sta invece arrivando in tutte le
salse da parte della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), che naturalmente usa
i fondi dell’8 per mille per pagarla. Il messaggio pubblicitario che impazza in
questi giorni in tv induce a pensare che tutto il ricavato venga distribuito
alle opere di carità e di assistenza, ma è bene sapere che soltanto il 20% dei
milioni intascati viene impiegato nella carità (il 7% al Terzo Mondo). Il
grosso è impiegato per pagare gli stipendi ai religiosi e, ultimamente, per
finanziare la costruzione di nuove chiese.
Nel 1990, alla Chiesa
cattolica andarono 200 milioni di euro, per il 2012 ne riceverà 1 miliardo e
148 milioni. Sei volte la cifra di partenza. Alle altre chiese vanno, in
confronto, le briciole. I cattolici sono vicini al 90% delle scelte espresse.
Il fatto assurdo è che, in base alla legge, si assicurano una quota identica
delle scelte non fatte: «In caso di scelte non espresse da parte dei
contribuenti, la destinazione si stabilisce in proporzione alle scelte
espresse» (art. 47, terzo comma).
Barrando la casella
dell’8 per mille, quindi, è bene sapere che, se non si sceglie lo Stato o
un'altra confessione religiosa, in pratica i soldi vanno alla CEI.
Nessun commento:
Posta un commento