venerdì 17 maggio 2013

Attenti all'8 per mille!

C’è tempo fino a venerdì 31 maggio per consegnare l’annuale dichiarazione dei redditi e scegliere a chi dare l'8 per mille dell'Irpef. La scelta riguarda tutti, anche i lavoratori dipendenti e i pensionati che l'imposta l'hanno già versata.
 La norma sull’8 per mille fu introdotta con il nuovo concordato voluto da Bettino Craxi, poi diventato legge 222 nel 1985. L'articolo 47 recita: «A decorrere dall'anno finanziario 1990 una quota pari all'otto per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche...è destinata in parte a scopi di interesse sociale o di carattere umanitario a diretta gestione statale e, in parte, a scopi di carattere religioso a diretta gestione della Chiesa cattolica». Dal 1990 ad ora, a queste due scelte se ne sono aggiunte altre dieci indicanti altrettante chiese o fedi religiose, ma il meccanismo è rimasto inalterato, anche per le fortissime pressioni di chi, da tutto ciò, ci guadagna di più.  
 Lo Stato (che pure li spende per la lotta contro la fame nel mondo, l’accoglienza ai rifugiati, la difesa dalle calamità naturali e la tutela dei beni culturali) non ha mai fatto pubblicità a proprio favore. La pubblicità sta invece arrivando in tutte le salse da parte della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), che naturalmente usa i fondi dell’8 per mille per pagarla. Il messaggio pubblicitario che impazza in questi giorni in tv induce a pensare che tutto il ricavato venga distribuito alle opere di carità e di assistenza, ma è bene sapere che soltanto il 20% dei milioni intascati viene impiegato nella carità (il 7% al Terzo Mondo). Il grosso è impiegato per pagare gli stipendi ai religiosi e, ultimamente, per finanziare la costruzione di nuove chiese.
 Nel 1990, alla Chiesa cattolica andarono 200 milioni di euro, per il 2012 ne riceverà 1 miliardo e 148 milioni. Sei volte la cifra di partenza. Alle altre chiese vanno, in confronto, le briciole. I cattolici sono vicini al 90% delle scelte espresse. Il fatto assurdo è che, in base alla legge, si assicurano una quota identica delle scelte non fatte: «In caso di scelte non espresse da parte dei contribuenti, la destinazione si stabilisce in proporzione alle scelte espresse» (art. 47, terzo comma).
 Barrando la casella dell’8 per mille, quindi, è bene sapere che, se non si sceglie lo Stato o un'altra confessione religiosa, in pratica i soldi vanno alla CEI.

Nessun commento:

Posta un commento