Erano gli anni '70 e sentivo parlare di una
legge elettorale con il sistema maggioritario da Marco Pannella, che allora si
proponeva come il difensore dei deboli contro un imbelle e
grosso PCI.
Non capivo. Mi veniva magnificato un sistema che mi
ricordava tempi sorpassati e periodi in cui il diritto al voto era
garantito per censo.
Poi venne la stagione della governabilità, la "necessità" di un governo stabile per tutta la legislatura: basta crisi, basta governi "balneari".
Poi venne la stagione della governabilità, la "necessità" di un governo stabile per tutta la legislatura: basta crisi, basta governi "balneari".
Il sistema proporzionale era un impiccio voluto
all'indomani della Costituzione, i troppi partiti creano confusione,
ricatti e corruzione. Così si disse.
Bisognava garantire a chi "vinceva" le elezioni la possibilità di governare liberamente. Assistevo perplesso a questo stravolgimento delle logiche democratiche: l'approvazione di leggi per tutelare la maggioranza a scapito della rappresentanza delle minoranze. Tutto invece veniva subordinato alla dichiarata staordinaria efficacia di un sistema che avrebbe dato finalmente stabilità e progresso a tutto il paese. La faccio breve, di passo in passo anche in nome del "bipolarismo e dell'alternanza " abbiamo accentuato la parte maggioritaria del sistema elettorale passando alla sedicente seconda repubblica, al "porcellum" , e ora qualcuno "lungimirante" parla già della necessità della terza (sic!) per dare spazio ad un "presidenzialismo", toccasana per ogni prossima crisi.
Varrebbe forse la pena, ora, di fare un bilancio di questa esperienza per capire cosa abbiamo ottenuto dalle mirabolanti promesse iniziali.
Se c'è stata stabilità è andata a vantaggio della destra liberal-clericale con il partito padrone a governare l'Azienda Italia e ad accontentare molte bocche fameliche e in primis la sua. Per poi comunque finire anticipatamente nel 2011 pur avendo parlarmentarmente una maggioranza" bulgara". Invece durante i "suoi" governi il centro sinistra è stato sempre capace di dividersi e vorrei ricordare, per inciso che, a quanto so, per questo andrebbero ringraziati in particolare D'Alema prima e Veltroni poi lasciando perdere la favola consolatoria e autoassolutoria che ancora si racconta nel PD contro Rifondazione (che ha altre sue responsabilità).
Ma allora se non abbiamo conseguito la "stabilità" abbiamo ottenuto qualche altro risultato favorevole? Com'è la situazione politico economico sociale ora?
Bisognava garantire a chi "vinceva" le elezioni la possibilità di governare liberamente. Assistevo perplesso a questo stravolgimento delle logiche democratiche: l'approvazione di leggi per tutelare la maggioranza a scapito della rappresentanza delle minoranze. Tutto invece veniva subordinato alla dichiarata staordinaria efficacia di un sistema che avrebbe dato finalmente stabilità e progresso a tutto il paese. La faccio breve, di passo in passo anche in nome del "bipolarismo e dell'alternanza " abbiamo accentuato la parte maggioritaria del sistema elettorale passando alla sedicente seconda repubblica, al "porcellum" , e ora qualcuno "lungimirante" parla già della necessità della terza (sic!) per dare spazio ad un "presidenzialismo", toccasana per ogni prossima crisi.
Varrebbe forse la pena, ora, di fare un bilancio di questa esperienza per capire cosa abbiamo ottenuto dalle mirabolanti promesse iniziali.
Se c'è stata stabilità è andata a vantaggio della destra liberal-clericale con il partito padrone a governare l'Azienda Italia e ad accontentare molte bocche fameliche e in primis la sua. Per poi comunque finire anticipatamente nel 2011 pur avendo parlarmentarmente una maggioranza" bulgara". Invece durante i "suoi" governi il centro sinistra è stato sempre capace di dividersi e vorrei ricordare, per inciso che, a quanto so, per questo andrebbero ringraziati in particolare D'Alema prima e Veltroni poi lasciando perdere la favola consolatoria e autoassolutoria che ancora si racconta nel PD contro Rifondazione (che ha altre sue responsabilità).
Ma allora se non abbiamo conseguito la "stabilità" abbiamo ottenuto qualche altro risultato favorevole? Com'è la situazione politico economico sociale ora?
Schematicamente: vedo che
è cresciuta la corruzione, è cresciuta l'illegalità istituzionale, è cresciuta
la forbice fra le classi sociali, è calata la possibilità
di partecipazione.
-Le cronache di questi giorni
sembrano dimostrare che l'aver dato una "stabilità artificiale" ai governi e
alle amministrazioni locali ha portato ad una diffusa corruzione. Il malaffare,
i sistemi mafiosi agiscono meglio se hanno di fronte un unico soggetto. Per
me vale un po' la lezione dagli USA al tempo del proibizionismo. E' un
classico, il poliziotto di quartiere blandito, minacciato o ricattato dal
mafioso di turno che si poteva "dedicare" concentrandosi sull' unico intralcio
rimastogli. Questo dando per ammessa la buona fede iniziale. Lo
stesso meccanismo vale per gli amministratori pubblici responsabili
"unici".
-L'altro risultato della "stabilità"
è stato quello di creare una classe politica che si crede al di sopra delle
leggi, anzi crede di essere La Legge (illegalità istituzionale).
Amministratori e parlamentari in nome della presunta superiorità
del mandato elettorale ricevuto (vedi anche le polemiche
con la magistratura) prendono provvedimenti e legiferano per il tornaconto
personale o al massimo delle lobby che li hanno sostenuti, ignorando
completamente la seconda parte dell' articolo 1 della Costituzione, cioè di
essere soggetti alla legge. Credono che chi vince una partita sia
legittimato a cambiare le regole della democrazia a suo
favore.
Poi arrivano le
condanne, le sanzione e le multe che finiscono a carico di tutti i
cittadini e non dei singoli responsabili.
-E dal punto di vista economico
sociale cosa ci ha portato l' era della " governabilità"?
Ricordo negli anni '70 insigni
economisti dichiarare la necessità del debito pubblico per sostenere
l'economia. Poi si è affermata l'ideologia del mercato e gli stessi
tecnici di prima ci hanno rispiegato che le spese sociali sono troppo
onerose, al di sopra delle nostre possibilità,creano il debito che soffoca
l'economia , insomma l'inevitabilità dei tagli e delle
privatizzazioni. Nel frattempo la stessa logica
bipolare-maggioritaria aveva portato la "sinistra" ad una rincorsa al
centro per arrivare finalmente nella stanza dei bottoni. Così ci si è trovati
volonterosi sostenitori del mercato, della Nato. delle missioni di guerra
umanitarie, negando ogni spazio a qualsiasi alternativa. La solita logica di
sempre della due fasi: adesso accettiamo facciamo tatticamente il contrario
di quello che vorremmo e poi arriverà "il sol dell'avvenir". Ingenui
o meno il risultato è stato un peggioramento drastico della possibilità di
una minima giustizia sociale con la perdita di diritti per lavoratori
dipendenti e giovani ed il contemporaneo aumento della povertà.
E qui torniamo alla Costituzione così avventatamente presa di mira per "un
necessario aggiornamento"( vedi l'ultimo caso del suicida "pareggio in
bilancio") invece di essere semplicemente applicata.( Art.3, 4, 36,
41).
- Poi altro aspetto perverso è la
mancata rappresentanza. La logica emergenziale della governabilità e della
stabilità (ad usum mercati?) ha negato ogni possibilità di confronto e
dialogo dentro e fuori le istituzioni. La mitica "soglia di sbarramento",
così cara poi anche a Veltroni, è nata per impedire alle
minoranze di disturbare il manovratore al governo. Milioni di voti senza
rappresentanza buttati via. Poi qualcuno parla di antipolitica e confonde gli
effetti con la causa. Servirebbe un po' più di sana autocritica e
una sincera riflessione sulle conseguenze che un parlamento di"
nominati" ha avuto nella propaganda qualunquistica dilagante nel Paese.
Sostenere, poi, come prova di buon risultato, l'esempio dei comuni:
" Che ha funzionato", significa solo credere che le decisioni di un uomo
solo al comando siano meglio di tante teste pensanti, e dimenticare
com'è diventato risibile il ruolo degli assessori e inutile
quello dei consiglieri comunali. Però i comuni hanno fatto scuola si
sono inventati anche i "governator- padroni" nelle regioni. Quindi
sono arrivati i partiti personali (con i loro bei faccioni invece del nostalgico
busto) e non se ne vede la fine, in una logica
da "testimonial" commercialmente forse efficace , ma anche con
l' altro risultato di promuove il messaggio dell'uomo
immagine, l'uomo capace di salvarci dal baratro e a cui
inevitabilmente delegare tutto. Ci siamo messi in uno scivolo, un
pericoloso precipizio , si incentiva la delega, non la partecipazione
responsabile. Come non allarmarsi quando discutendo della nuova legge
elettorale l'unico punto non messo in discussione era un
"premio di maggioranza" da far sembrare la "legge truffa" degli anni '50 una
tutela per la minoranze?
Come se invece della
governabilità prevalesse l'interesse per la spartizione del potere che come
ben si sa e fatto di molti interessi e molti privilegi per pochi.
Come si fa a credere che la
strada imboccata oltre vent'anni fa non abbia nessuna relazione con l'attuale
situazione?
Per anni è stata tolta la
possibilità di un confronto, di un dibattito aperto e serio sulla situazione
economico sociale, sui problemi delle minoranze a cui si stavano togliendo
i diritti. Chi governa a colpi di decreto legge o di voti di fiducia in nome di
sedicenti maggioranze, può capire cosa succede nel paese, o è interessato
solo a difendere interessi di potenti lobby, veri azionisti di riferimento di un
moderno stato- azienda? E' solo iI potere finanziario extranazionale
che può determinare le scelte di una classe politica subalterna e senza
alternative?
Ci è stato anche fatto
credere che solo garantendo agli eletti un elevato stipendio avremmo selezionato
i più capaci. Ora ci raccontano che invece abbiamo incentivato
carriere per opportunisti o gregari del leader maximo di turno. Come rimedio la
proposta è di ridurre il numero dei rappresentanti in parlamento. (Taglio
alla casta!). Non sarebbe forse più logico ridurre stipendi e benefit
garantendo una migliore e disinteressata rappresentanza parlamentare? Non
si potrebbe immaginare una competizione elettorale con spazi e spese uguali per
tutti nel rispetto della sovranità di ciascuno e senza favorevoli
vantaggi per i più uguali? Perchè tre diversi governi non sono
riusciti a modificare una pessima legge elettorale con il
sistema tanto vituperato di "sbarramenti" ed eletti "nominati" ?
La democrazia, la Costituzione sono compatibile con un
concezione oligarchica della sovranità popolare? Si possono ignorare le
istanze che vengono dagli elettori come nel caso del referendum sui beni
comuni?
Si può continuare con l'uso della
comunicazione e dei media finalizzato solo a criminalizzare il dissenso e la
protesta con tecniche pubblicitarie per stravolgere il significato delle
richieste popolari?
Problemi ed esigenze presenti
nella società come la sicurezza, l'emigrazione, il lavoro, la spesa pubblica,
diventano pretesti per guerre fra poveri, per politiche emergenziali
razziste ed antidemocratiche. Partono campagne disinformative martellanti:
criminalizzazioni di drogati, tossicodipendenti, nomadi, albanesi,
marocchini, emigranti extracomunitari..(e ci ritroviamo le carceri strapiene).;
oppure accuse contro scala mobile, art. 18, le troppe regole,anziani avidi
privilegiati, giovani bamboccioni...; e poi, troppe tasse, troppe spese per la
scuola, la salute, l'assistenza, trasporti, il " viviamo al di sopra delle
nostre possibilità"... Ma mai una campagna per spiegare il crescente
divario fra ricchi e poveri, sull' origine del debito pubblico, sulla situazione
delle pensioni, sul precariato giovanile, sui paradisi fiscali e la
formazione dei capitali all'estero, sulle spese militari, la corsa al
riarmo, le guerre e le missiono umanitarie.. Poche reticenti parole
sul risultato delle privatizzazioni, sulla esternalizzazioni dei servizi.
Nessuna proposta alternativa alle scelte che ci hanno portato a questo punto. Ci
si accanisce sull' evasione fiscale di idraulici e bottegai e non c'è una
proposta per i miliardi che si costituiscono " legalmente" nei paradisi
fiscali.
Non che manchino le idee o le
proposte alternative alle scelte "inevitabili" di questi anni, ma è l'attuale
sistema che impedisce qualsiasi innovazione in difesa dell' attuale
fallimentare pensiero unico del mercato. Un
pensiero in difesa dei monopoli dominanti non può accettare confronti e
discussioni con pretese richieste di fastidiosa partecipazione
democratica.
Questa
logica, che vede nella competizione, nella concorrenza, nella
"meritocrazia" del più forte la legittimazione al potere assoluto, non può
che avere come strumento finale la guerra come strumento di
risoluzione dei conflitti per il controllo delle risorse e dei mercati
mondiali.
Quello che noi chiamiamo "il
ripudio dell' articolo 11 della Costituzione" è il logico corollario delle
attuali scelte dei padroni del vapore con la corsa al riarmo in un momento
di crisi economica.
Forse esagero? Possibile
che tutto parta dalla ben intenzionata voglia di stabilità e governabilità
senza perdere tempo in confronti ed interminabili discussioni con le
solite minoranze?
Ma mi dicono gli esperti
credenti nell'aldilà : "Di buone intenzione è lastricata la via dell'inferno".
Personalmente mi sono limitato a
farmi domande alla luce del buon vecchio detto : "Sapere di non sapere è
vero sapere".
So di non essere "super partes", credo
nel potere di tutti (con Capitini), o se volete al diritto alla
sovranità per ciascuna persona (con don Milani). Ogni limitazione
all'uguaglianza,alla pari responsabilità, non mi importa la ragione e la
gravità, diventa una scorciatoia per l'oligarchia e la
dittatura.
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