sabato 1 settembre 2012

No alla Tav, né in collina né in pianura



“Né in collina né in pianura”. All’insegna di questo slogan giovedì sera il movimento No Tav bresciano a Castiglione delle Stiviere si è saldato con quello mantovano contro le due diverse ipotesi del tracciato ventilate nei mesi scorsi.
 Infatti a quasi 20 anni dall’approvazione del progetto preliminare della Milano-Verona, con una parte di linea già realizzata tra Milano e Treviglio e una tratta in fase di realizzazione, la Treviglio-Brescia, da più parti si spinge per spostare la tratta tra Brescia a Verona verso sud, nell’alto mantovano.
 L’alleanza è stata sancita all'Arci di Piazza Dallò in una affollata assemblea alla quale hanno partecipato, fra gli altri, il responsabile trasporti di Legambiente Lombardia Dario Ballotta, il sindaco di Medole Gianbattista Ruzzenenti e il consigliere provinciale mantovano Franco Tiana.
 In apertura Paolo Ghilardi (portavoce di Sel per l’Alto mantovano) e Daniela Carassai (del Coordinamento No Tav Basso Garda) hanno illustrato le criticità di questa grande opera nelle due varianti sul tappeto “che sconvolgerebbero i territori e ne pregiudicherebbero l’economia, distogliendo denaro pubblico dalle necessità dei cittadini a vantaggio di un gruppo di lobby”
 Fiorenzo Bertocchi, segretario bresciano del Prc, ha messo in luce “la necessità di redigere un Piano regionale della mobilità che preveda il potenziamento della ferrovia Milano-Venezia e l’incremento di stazioni, fermate e treni su questa tratta”, indicando l’opportunità “di individuare a Brescia, nell’area ex Pietra un polo logistico provinciale per le merci”.
 Per Giovanni Contiero, consigliere comunale a Lonato, “la crisi economica sembra dissuadere dal pregiudicare la stabilità del contesto economico e turistico del basso Garda con un cantiere che causerebbe disagi e ne limiterebbe l’economia turistica per almeno un decennio. Un altro elemento di insostenibilità è costituito dalla distruzione di una consistente porzione di territorio di produzione del Lugana (200 ettari su quasi 1.100 oggi disponibili)”.
 Ballotta ha sottolineato “l’eccezione italiana nel momento in cui Portogallo, Austria e Francia rinunciano a questa grande opera”, mentre Ruzzenenti ha denunciato “la progressiva scomparsa di terreno agricolo nel mantovano”.
 “L’unica alternativa possibile - per tutti gli intervenuti - è la razionalizzazione e modernizzazione della linea storica esistente, realizzabile in tempi e a costi decisamente molto inferiori a qualsiasi altra opzione”. E per ottobre il movimento ha preannunciato una manifestazione a Desenzano per rilanciare l’opposizione alla Tav.
Flavio Marcolini

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