martedì 4 settembre 2012

COMITATO PER LA RIAPERTURA DELLA STAZIONE FERROVIARIA DI PONTE SAN MARCO



Mentre si continua a parlare di Alta Velocità/Alta Capacità (tenendo più o meno all'oscuro cittadinanza e proprietari interessati), ci siamo dimenticati che solo sulla tratta Brescia - Verona esistono diverse stazioni senza servizio stabile e con ridottissimo traffico (Ponte San Marco/Calcinato e Lonato), altre oramai abbandonate (San Martino, Castelnuovo e Sommacampagna), un'altra destinata alla sola movimentazione merci (Rezzato).
Un patrimonio che deve essere al più presto rimesso in funzione: per motivi logistici, ambientali ed economici.
Il treno, nel tragitto Ponte San Marco - Brescia, impiega soli dieci minuti e consente all'utente di giungere in centro alla città, in un luogo di interscambio di mezzi pubblici, in connessione coi diversi quartieri cittadini e paesi della provincia. Tutto questo senza l'onere di un viaggio in automobile sempre più caro, causa la vertiginosa crescita del costo dei carburanti, su arterie obsolete e trafficate (ad ogni cambio di stagione la tangenziale sud diventa un crogiuolo di buche pericolosissime).
La maggior parte degli studenti medi di Calcinato e dintorni frequentano scuole a Desenzano e Brescia, entrambe raggiungibili col treno, mezzo che sgraverebbe le famiglie anche del costo degli abbonamenti alle società di autotrasporto.
I progetti della provincia (aeroporto, metropolitana leggera Brescia - Montichiari) potrebbero acquisire un senso (in termini di utenza e di possibilità di utilizzo) solo agevolando l'abbandono dell'automobile e l'incentivazione all'uso dei mezzi pubblici. Se il metrobus invece che interrompere la propria corsa a Sant'Eufemia avesse proseguito, magari inserendo un binario a scartamento ridotto, fino a Desenzano  sulla linea ferroviaria storica, sarebbe stato un progetto di prospettiva metropolitana e territoriale, capace di intervenire concretamente sulla riduzione del traffico veicolare ed in grado di regolare l'accesso in città.
Le considerazioni potrebbero essere molteplici, ma rimarranno tutte campate per aria, se non sarà la popolazione in prima persona a farsi soggetto attivo e promotore del cambiamento. Le istanze devono quindi  partire dal basso e scaturire da contingenze particolari.
A Lonato sono state raccolte 1200 firme per la riapertura della stazione, con la richiesta di un maggiore traffico locale. E Trenitalia ha iniziato un servizio di bus navetta, in sostituzione dei treni, per la tratta diretta Lonato - Brescia. Il costo del biglietto è quello ferroviario, ma i ticket sono acquistabili a Desenzano (non c'è presidio nella stazione di Lonato...). La risposta alla richiesta è quindi parziale e contraddittoria (si richiedono treni e vengono proposte autolinee), ma lascia uno spiraglio di possibilità sull'accoglimento delle istanze locali.
E' giunta l'ora di fare qualcosa per la riapertura della stazione di Ponte San Marco, voi cosa ne pensate?

8 commenti:

  1. sarebbe cosa buona e giusta. E' una roba da mangiarsi le mani dal nervoso. Abbiamo una infrastruttura che è costata in termini di risorse e consumo del territorio e non la utilizziamo. Per lavoro sono stato a Francoforte, ho soggiornato a 30 km dal centro ma non era un problema, in quanto treno e metropolitana sono integrate e hanno livelli di servizio omogenei (parlo di costi, frequenza dei treni).
    Noi invece negli anni non abbiamo creato strutture adeguate attorno alle stazioni per la fruizione del comparto merci e altrettanto abbiamo fatto con il comparto passeggeri.
    Prima o poi ci servirà ancora il treno, e allora masticheremo amaro per quanto abbiamo sacrificato all'altera della dea automobile.
    Che vergogna, che ignoranza.

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  2. concordo con Odino. In Germania ogni città di media grandezza ha un servizio U-Bahn che irradia la provincia, garantendo accessibilità al centro principale; e la stessa cosa succede praticamente in tutta Europa.
    Ed ha ragione quando sottolinea il problema del comparto merci: negli ultimi vent'anni le amministrazioni hanno svenduto e smantellato gli scali ferroviari cittadini (Genova, Milano, Torino... e non da ultima Brescia, con il progetto di dismissione della "Piccola Velocità" e l'abbandono delle connessioni con i principali poli industriali). Quando il costo del carburante metterà in crisi il settore del trasporto, rimpiangeremo la miopia della dismissione.
    Eppure in Italia non mancano le aree in cui il traffico locale su ferro funziona: basta pensare alle tratte delle ex ferrovie Nord nelle provincie di Milano, Como e Varese, dove i treni sono a supporto dei lavoratori di ogni piccolo centro.
    Ricordiamoci (con ulteriore rimpianto...) delle linee tramviarie smantellate che irradiavano la provincia di Brescia (verso Gardone Val Trompia, Tormini, Orzinuovi, la bassa bresciana, Castiglione delle Stiviere... ) di quelle progettate e mai realizzate e delle tratte ferroviarie non più esistenti (Rezzato - Botticino, Rezzato - Vobarno, Scalo Merci Desenzano Porto, Palazzolo - Paratico).
    Un patrimonio collettivo andato perduto

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  3. mi sembra una bellissima iniziativa

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  4. Si può approfondire anche qui:
    http://www.bresciatoday.it/cronaca/ponte-san-marco-calcinato-stazione-treni.html

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  5. Io concordo in pieno! Sono una studentessa di Calcinato e per arrivare a Brescia il servizio autobus, oltre a essere scadente, è anche costoso. In treno sarebbe molto più semplice! Lo stesso per spostarsi verso il lago e il veronese oltre al risparmio consistente diminuirebbe l'inquinamento e aumenterebbe la comodità dei viaggiatori.

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  6. Invitiamo l'anonima studentessa a partecipare stasera alle ore 20.45 all'assemblea che anche di questo si occuperà, alla Sala Morelli in Piazza Repubblica a Calcinato.

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  7. Direi che è un'ottima iniziativa, come posso rimanere aggiornato sulle iniziative?

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