un amico, enrico grazioli, ci gira cortesemente un estratto della rielaborazione dell'intervista a Hans Peter Dürr, fisico firmatario del trattato di Postdam 2005 e Nobel per la pace del 1995.
Goethe non sbagliava quando a inizio XIX secolo nel suo Italienische Reise scriveva “questo maestoso spettacolo della natura, questo delizioso quadro che è il Lago di Garda”. A conferma di questo fascino negli anni successivi lo visitarono altri personaggi come Byron, Klimt e Pound. Per la sua bellezza sempiterna in questi giorni, oltre alle tante famigliole di turisti, ha accolto il fisico tedesco Hans-Peter Dürr, che nato a Stoccarda nel
L'insigne scienziato e autore di saggi e articoli sul rapporto tra scienza, politica, economica e spiritualità, è arrivato sabato a Moniga del Garda per incontrarsi con alcuni connazionali per parlare di energie alternative al petrolio, al gas e al nucleare. Il perché abbia scelto il Garda, già ne aveva conosciuto la sponda veronese qualche anno fa, lo esplica con un movimento del braccio a indicare il paesaggio e dicendo: «È un posto stupendo». Alloggiato al Residence Riai, ha ricevuto anche la visita del vicesindaco Claudio Soncina e dell'assessore al turismo Luigi Alberti, che lo hanno omaggiato con una targa di Moniga e dei calici dal gambo rosa dedicati al vino Chiaretto emblema della cittadina.
Stamattina ripartiva per
Dürr è uno dei tre firmatari del Manifesto di Potsdam, secondo cui ambiente economia società sono i tre filoni essenziali lungo i quali può e deve realizzarsi uno sviluppo sostenibile. Il Manifesto si richiama all'appello di Einstein e Russel del 1955 contro le armi atomiche, che anche secondo l'ospite gardesano «dovrebbero scomparire» e le centrali nucleari giocano un ruolo fondamentale: «Il maggiore pericolo è lo scarto radioattivo contenente plutonio che può essere utilizzato per armi come quella di Nagasaki. In Nord Corea l'hanno utilizzato».
Dürr è anche uno dei «founding councillors» dell'Ong World Future Council, che lavora per un futuro sostenibile in vari campi tra cui quello dei diritti umani, un tema d'attualità in Italia per la questione dei clandestini respinti in mare: «Si violano diritti umani in questi casi, ma dovremmo fare in modo che per ogni persona non sia necessario lasciare la propria terra. Ognuno dovrebbe avere un pezzo di terra dove sopravvivere, perché la dignità umana è provvedere a se stessi, alla famiglia». «Democrazia – conclude Durr - non significa che tutti sono uguali, ma che devono avere le stesse possibilità».
Nessun commento:
Posta un commento