[da Bresciaoggi]
Da Gussago a Copenaghen
per imparare a curare il clima
E a gennaio in Cile nella delegazione di giovani europei invitati a elaborare progetti per favorire la sensibilizzazione internazionale
Una presenza bresciana alla Conferenza sui cambiamenti climatici di Copenaghen: la 27enne Elena Fanetti di Gussago, laureata in Cooperazione e sviluppo locale e internazionale all'Università degli Studi di Bologna. «Sono qui per capire meglio - spiega la giovane bresciana - le proposte politiche in gioco e per seguire gli sviluppi quotidiani nell'impegno che verrà assunto dai singoli Stati in particolare dai principali Paesi produttori di emissioni di gas serra dell'oggi (tra cui gli Usa e l'Unione Europea) e del domani (India, Cina, Brasile e altri paesi emergenti). Ma anche per raccogliere le reazioni immediate degli scomodi spettatori di questo summit, le organizzazioni della società civile».
«L'AUSPICIO - osserva - è che tutti gli Stati giungano a un accordo vincolante, il più vicino possibile a quello proposto dal governo danese, che prevede di dimezzare le emissioni serra del 50% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2050, con l'80% dei tagli a carico dei paesi industrializzati. E' importante capire quali azioni concrete i governi attueranno per tagliare le proprie emissioni e misurare su una bilancia l'equità degli accordi che verranno raggiunti: è g iusto penalizzare nel loro processo di sviluppo paesi di tardiva industrializzazione che non hanno quasi per nulla responsabilità nel surriscaldamento globale del pianeta? Quali responsabilità si assumeranno i paesi di più antica industrializzazione, e come contano di risarcire gli altri? Quali aiuti verranno concessi ai paesi in via di sviluppo, che inquinano in maniera irrisoria rispetto alle grandi potenze, ma che sono tra i più vulnerabili nel subire gli effetti del cambiamento climatico?».
«Il ruolo dei governi nella lotta al cambiamento climatico è fondamentale ed è giusto premere per! ché assumano impegni di rilievo - ma per Elena Fanetti - esistono anche azioni quotidiane che riguardano ciascuno di noi e che possono migliorare la salute del pianeta: non possiamo solo sperare che i governi si mettano d'accordo, perché il cambiamento climatico ci riguarda da vicino, e dobbiamo impegnarci nel nostro piccolo».
«IL MIO IMPEGNO - spiega la giovane - non comincia né si esaurisce con il viaggio a Copenaghen. Oltre ai piccoli accorgimenti quotidiani come risparmiare acqua ed energia in casa, evitare l'automobile quando possibile e così via, avrò anche l'opportunità di fare qualcosa di più. Sono infatti stata scelta per rappresentare, insieme alla bergamasca Gloria Bettoni, l'Italia nella delegazione di giovani europei tra i 18 e i 30 anni (2 italiani, 2 tedeschi, 2 greci) che dal 10 al 22 gennaio lavoreranno a Santiago del Cile con 6 giovani latinoamericani (2 cileni, 2 ecuadoregni e 2 del Costa Rica) per ideare insieme progetti di sensibilizzazione al tema del cambiamento climatico e delle energie rinnovabili attraverso i nuovi media, ed incentivare la comunicazione ed il confronto tra Nord e Sud del mondo su questa tematica. Il progetto si chiama KlimaClima, è finanziato dal programma ’Youth in Action’ della Commissione europea, e si rivolge proprio ai giovani perché questi saranno gli adulti de l domani».
«L'associazione italiana partner è la veneziana Camera per la cooperazione e incentivo al partenariato, mentre l'organizzazione capo-fila è un'associazione berlinese, il Kmgne (Kolleg für Management und Gestaltung nachhaltiger Entwicklung)».
«Una delle azioni principali del progetto - racconta - sarà la promozione del concorso multimediale internazionale sugli stili di vita sostenibili e tutela del clima, riservato agli under 30 che intendano produrre una photo-story o un internet-film sul cambiamento climatico. Ad agosto 2010, quando, in un nuovo ritrovo fra i partecipanti a ! Berlino, ! faremo un primo bilancio di come sta andando».
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