Dieci anni fa moriva la Sindachessa Maria Bianchi
Martedì 23 febbraio 1999 moriva in ospedale a Brescia Maria Bianchi, figura di primo piano del socialismo libertario, dopo lunghi anni di infermità per un ictus che l’aveva colpita nel 1989.
Ricordandone la grande personalità, additiamo il cristallino esempio tracciato dal suo itinerario esistenziale a tutte le donne e agli uomini di Calcinato.
Maria Bianchi era nata a Brescia nel 1906. Figlia del noto agronomo Antonio Bianchi, fu una delle prime donne a laurearsi in economia e commercio alla Bocconi di Milano alla fine degli anni ’20. Nel periodo fascista il padre fu inviato dal regime al confino in Sardegna e lei stessa fu perseguitata e discriminata professionalmente per le idee politiche proprie e per quelle del marito Guido Buttazzoni, anche lui agronomo, e del fratello Costante, uno dei dirigenti del Psi clandestino. Dal 1943 la Bianchi prese parte attiva nella Resistenza, dando rifugio ai partigiani delle Squadre di azione partigiana nella sua casa milanese. Nella primavera del 1945 collaborò con il Comitato di liberazione nazionale a preparare l’insurrezione.
Il 25 aprile 1945 la trova a Calcinato, paese d’origine della sua famiglia. Nel dopoguerra fu una delle prime donne italiane ad essere eletta sindaco: ricoprì la carica due volte, dal 1948 al 1951 e dal 1956 al 1960. Negli anni della ricostruzione contribuì in modo determinante a riorganizzare la vita della nostra comunità, rivitalizzando il ruolo della Casa di riposo, fondando la Scuola materna di Ponte San Marco, istituendo la Scuola di avviamento professionale, ricostituendo la locale Cassa rurale e artigiana, rilanciando l’agricoltura attraverso le Mostre agrarie e zootecniche. Apprezzata dai compagni e rispettata dagli avversari, a Calcinato è stata per tutti la sindachessa.
Negli anni ’60 entra nel Psiup, formazione per la quale si candida per la Camera dei deputati nel 1972. Dal 1970 al 1978 è di nuovo in consiglio comunale come indipendente nelle file del Pci.
Maria Bianchi è il simbolo dell’antifascismo calcinatese, una donna che lavorò alacremente per l’autodeterminazione femminile, un’intellettuale che seppe sempre mantenere viva nel suo itinerario la capacità di dialogo con le giovani generazioni. Dopo il 1977 il suo pensiero (di formazione luxemburghiana) si avvicinò ai movimenti giovanili della sinistra rivoluzionaria, che seguiva con passione in paese ed ospitava in estate nella sua casa di villeggiatura a Palena in Abruzzo.
Di lei resterà sempre viva la passione per una politica dalla parte della povera gente e per lo sviluppo economico e culturale del nostro Comune.
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