sembra non trovare soluzione la questione efercal. anche oggi la vicenda viene riportata sui giornali, ma con una novità: l'intervento della provincia che intima l'amministrazione comunale ad esprimersi. infatti il sindaco da mesi tace, eludendo le scadenze normative e fuoriuscendo dai termini di legge. la proprietà ha intrapreso col comune un percorso che dura ormai da tre anni, durante il quale a causa di richieste contraddittorie, incoerenti e peggiorative da parte dell'ufficio tecnico e delle commissioni consiliari, ha presentato 5/6 versioni del progetto di riqualificazione. l'ultima elaborazione, scrupolosamente redatta, in conformità col PRG, prevede una drastica riduzione del 20% del volume edificabile e soluzioni tipologicamente ed architettonicamente avanzate ed è insabbiata da agosto sui tavoli dell'ufficio tecnico.
l'azienda ha espresso esplicitamente la volontà di vendere l'area per reinsediarsi sul territorio, ricollocandosi sul mercato ridimensionata e rinnovata, salvaguardando produzione e posti di lavoro (attualmente sono 42 i dipendenti).
a fronte delle decine di varianti ai sensi della LR 23/97 (per la stragrande maggioranza dei casi) in favore di speculazioni massacranti, inutili e brutte, pare incomprensibile ritardare il trasferimento di un'azienda in crisi e l'acquisizione di aree e standard che risolverebbero molti dei problemi del centro storico.
l'azienda ha espresso esplicitamente la volontà di vendere l'area per reinsediarsi sul territorio, ricollocandosi sul mercato ridimensionata e rinnovata, salvaguardando produzione e posti di lavoro (attualmente sono 42 i dipendenti).
a fronte delle decine di varianti ai sensi della LR 23/97 (per la stragrande maggioranza dei casi) in favore di speculazioni massacranti, inutili e brutte, pare incomprensibile ritardare il trasferimento di un'azienda in crisi e l'acquisizione di aree e standard che risolverebbero molti dei problemi del centro storico.
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Il settore tessile, da anni in crisi in tutta la nostra provincia (basti ricordare la chiusura della Marzotto di Manerbio) ha perso moltissimi posti di lavoro a Calcinato: dal cotonificio di Ponte San Marco all'ex filatoio Bulgari, fino alla piccola media impresa. Già Carlo Cattaneo (che dovrebbe essere caro ai leghisti) ricordava nei suoi studi sulla Lombardia che a Calcinato erano presenti storicamente importanti industrie seriche e tessili, (dati ricordati anche negli studi di Simoni o della Fondazione Micheletti di Brescia). Un settore a questo punto destnato a scomparire, viste le difficoltà poste dal Comune.
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La nostra preoccupazione è duplice: in primis sosteniamo i lavoratori impegnati nella difesa dei loro posti di lavoro; in secondo luogo siamo preoccupati della gestione del territorio e dell'attuazione del diritto d'uso dei suoli. Ormai è tardi per esprimersi sulla bontà o meno delle scelte urbanistiche del PRG; ma i diritti acquisiti sono e devono rimanere tali. se la legge viene manipolata o ritardata a seconda dei casi vengono meno le regole minime della convivenza democratica.
fa specie l'interessamento della provincia, appunto, che diffida il sindaco.
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