mercoledì 18 agosto 2021

Digitalizzato l'archivio storico di Calcinato

Le radici della comunità calcinatese affondano in lunghi secoli dalla storia finalmente consultabile in formato digitale grazie al bibliotecario Pierangelo Bono, custode da decenni del patrimonio documentario depositato nell’archivio comunale, che sarà ora a disposizione degli interessati in modalità più agevoli e innocue per le ingiallite carte che lo compongono.
“Con due distinte determinazioni la Giunta Municipale ha favorevolmente accolto un progetto che mi stava particolarmente a cuore prima della conclusione della mia attività qui in biblioteca” annuncia Pierangelo, che ha appena ultimato “la digitalizzazione dei registri di Antico Regime, mentre quella della sezione storica della nostra anagrafe dal 1840 in avanti - in special modo i sei volumoni dei fogli di famiglia – è stata affidata a una ditta specializzata nel settore ad ampio formato”.
“Si tratta di un’opera necessaria – spiega - sia per la tutela e per una migliore conservazione, sia per agevolare la fruizione da parte degli studiosi di documenti che sarebbero irriproducibili una volta persi o danneggiati”.
La digitalizzazione dei documenti, manoscritti e testi di pregio inseriti nell’archivio storico comunale è avvenuta nella sede di via XX settembre con uno scanner planetario di dimensioni fino all’A3, senza nessun tipo di danno ai fogli.
“Durante i secoli XV-XVIII del dominio veneto – racconta il bibliotecario, richiamando la premessa storica all’Inventario d’Archivio - il nostro Comune fa parte della quadra di Rezza­to. Giovanni Da Lezze, podestà di Brescia tra il 1609 e il 1610, ne descrive il territorio, elencando i beni e i proventi comunali, nominando le istituzioni religiose e civili. Racconta del ‘Castello con fosse’ e di ‘una bella piazza con sottoportici... botteghe de fornai e con la becaria, spicieria, et altri luochi commodi’; spiega che la seriola derivata dal Chiese alimenta ‘sei ruote di mulini detti di Sopra e di Sotto’. A quei tempi il Comune, oltre ai mulini, possiede e incanta la ‘Rassega’ e la ‘Masnadora da oglio’. In questa terra ‘grossa et habitabile per esservi perfettissimo aere’, gli abitanti si occupano per lo più dei campi e dell’allevamento; pochi i mercanti di biade e buoi. I due Monti di Pietà affittano frumento e biade ai contadini poveri consentendo di non interrompere la coltivazione delle terre. La chiesa parrocchiale di Santa Maria Elisabetta si trova nella piazza accanto al Castello, ma vi sono altre piccole chiese, una dedicata a San Vincenzo (patrono del Comune), una nella contrada di Ponte San Marco e una presso il Monastero di San Francesco”.
Significativa anche “la digitalizzazione del cospicuo Istrumentario, contenente in copia i contratti stipulati dal Comune dal 1454 al 1787 con privati, che ci fa comprendere il determinarsi, il crescere, il consolidarsi e, soprattutto nel secolo XVIII, l’impoverirsi del patrimonio comunale consistente in diritti d’acque, appezzamenti e mulini. Dell'attività contabile rimane invece il piccolo registro ‘Aquarum’ del 1654-1655, che contiene le partite dei contribuenti delle acque irrigue”.
Ci sono poi le fondamentali deliberazioni della “Generale Vicinia, l'assemblea di tutti i capifamiglia che aveva anche il compito di nominare ogni anno i consoli e gli altri incaricati, tutti con ruoli speci­fici di governo, gestione e tutela dei beni co­muni”.
Sei unità rappresentano il frammento documentale della Cappellania Scarpina, istituita nel 1665 da Andrea Scarpini e amministrata dal Comune. “Si tratta degli elenchi della riscossioni dei livelli di una masseria, con le spese sostenute dai massari, i saldi annuali di cassa e decreti di approvazio­ne del maneggio di cassa”.
Il secondo intervento è quello sulle 1541 carte raccolte nei sei registri della prima anagrafe comunale (chiamati Libri delle famiglie), del 1870. “Per le loro dimensioni (cm 77x54) e un’altezza media dorso di 12-15 cm, queste 3082 pagine sono facilmente deteriorabili in sede di consultazione e fotocopiatura e pertanto abbiamo deciso di affidarli a una ditta specializzata che lavora per l'editoria. Nei suoi studi di Milano effettuerà le operazioni di digitalizzazione in pdf tramite scanner planetari, modalità che non arreca nessun tipo di danno in quanto le operazioni avvengono dall’alto non a contatto con il documento”. Quest'ultima parte del prezioso lavoro verrà terminata entro la fine dell'estate.

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