lunedì 29 luglio 2019

“Salvare le vite umane è il primo dovere”

LETTERA APERTA AL SENATO DELLA REPUBBLICA ITALIANA
Gentili senatrici e senatori,
tra pochissimi giorni sarete chiamati a pronunciarvi sulla conversione in legge del d.l. 14 giugno 2019, n. 53, il cosiddetto "decreto sicurezza bis".
Con questa lettera vi chiediamo, insieme a molti cittadini italiani, di votare contro la conversione in legge delle norme contenute nel decreto.
Ci sono molteplici ragioni, giuridicamente robuste, che impediscono l'adozione della legge di conversione ma una in particolare motiva questo appello: la conseguenza certa della legge sara' quella di condannare a morte degli esseri umani.
Le norme contenute nel d.l. 53, infatti, mirano ad intimorire ed a perseguitare i soccorritori volontari che salvano vite umane nel Mediterraneo - peraltro supplendo con la loro azione all'inerzia degli Stati - ed  avra' come effetto reale quello di abbandonare persone migranti e richiedenti asilo, gia' duramente provati da condizioni che non vorremmo certo augurare ai nostri figli, ai rischi di naufragio e di annegamento. Senza peraltro scalfire minimamente il fiorente mercato dei trafficanti di uomini che, solo a parole, la politica nostrana dichiara di voler combattere. Moriranno gli innocenti che avrebbero potuto essere salvati e prospereranno gli affari di chi commercia con l'umana disperazione.
Vi preghiamo dunque di concentrare la vostra attenzione su questo drammatico tema: la vostra decisione in aula potra' determinare la vita o la morte di esseri umani come noi, che solo hanno avuto in sorte di nascere nella parte sbagliata del mondo.
Non si risolvono i problemi legati ad un saggio governo del fenomeno migratorio negando soccorso a chi mette in pericolo la propria vita in mare. E' un abominio quello che si vorrebbe semplicemente mascherare con l'abito della legge: non prestatevi a legittimare questo abominio con il vostro voto. Ricordatevi da dove nasce la nostra Repubblica e cosa afferma la nostra Costituzione.
Grazie per l'attenzione,
Donata Borgonovo, docente di Diritto delle Migrazioni, Facoltà di giurisprudenza - Università di Trento

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