giovedì 17 novembre 2016

No alla seconda variante al Piano di governo del territorio, nel metodo e nel merito

Domani è l'ultimo giorno per presentare in municipio a Calcinato suggerimenti e proposte sull'avvio del “procedimento per redazione di seconda variante al Piano di governo del territorio vigente relativa al Documento di Piano, Piano delle Regole e Piano dei Servizi”. Oggi il capogruppo consiliare di Bene Comune, Tiziana Spreafico, ha depositato all'Ufficio Protocollo questa lettera al primo cittadino. 
Egregio Signor Sindaco,    
   preso atto dell'avvio del “procedimento per redazione di seconda variante al Piano di governo del territorio vigente relativa al Documento di Piano, Piano delle Regole e Piano dei Servizi”  et aliter (Prot. 17224/2016), il gruppo consiliare Bene Comune esprime ferma contrarietà alla redazione di tale variante, nel metodo e nel merito.
Riteniamo che la S. V. avrebbe dovuto preventivamente presentare una relazione al consiglio comunale per motivare la scelta (che giudichiamo comunque inopportuna) di avviare la seconda variante in soli tre anni.
    Non si tratta solo di un evitabile spreco di denari e risorse pubbliche e collettive, ma dell'ennesima conferma che il Piano di Governo del Territorio originario (quello la cui elaborazione è durata sette anni e al quale ci siamo sempre opposti risolutamente, ricevendone dileggi e spregi) era e resta sbagliato.
    Nell'avviso sopra citato si parla di variante al Piano delle Regole ed al Piano dei Servizi e di “modifiche non sostanziali al Documento di Piano”. Noi ribadiamo qui invece la necessità di riscrivere completamente il Documento di Piano, che risulta privo di una visione d'insieme nonché di un coeso scenario di sviluppo, che è incoerente con gli strumenti urbanistici di ordine superiore, che contiene errori sostanziali (primo fra tutti quello riguardante la perimetrazione del territorio trasformabile, che a seguito della legge sul consumo di suolo ingessa qualsiasi possibilità estranea a quanto tracciato dal Piano di governo del territorio 2005-2012), che non affronta il delicato ma decisivo tema della infrastrutturazione logica del territorio comunale  e delle sue zone agricole e produttive, che non si interessa alla salvaguardia e valorizzazione di un paesaggio agrario in rapida evoluzione, che si limita a costruire un quadro operativo senza più nulla di idilliaco, all'interno del quale, ogni volta, si tornano ad inserire variazioni del regime dei suoli per meri interessi individuali. Tali variazioni non fanno altro che continuare ad alimentare ed aumentare il caos e, di conseguenza, i già esosi costi di gestione del territorio.
    Avremmo voluto conoscere da Lei le ragioni della necessità di correlare la variazione al Piano delle Regole e al Piano dei Servizi (peraltro dopo aver approvato recentemente un Programma triennale delle opere pubbliche sulla base di un Piano di Governo del Territorio in fase di pensionamento), anche se le possiamo immaginare.
    Noi crediamo che un piano sbagliato in nuce non possa essere variato: deve essere rifatto ex novo. E l'occasione deve essere concessa all'amministrazione comunale che verrà insediata dopo le prossime elezioni. L'attuale maggioranza invece, dopo aver fatto ricorso all'ultimo Piano regolatore generale, per poi applicarlo con uno zelo imbarazzante (tanto da moltiplicare la sua potenzialità edificatoria, con una altrettanto imbarazzante raffica di varianti secondo la legge regionale 23/97), ha gestito carsicamente l'elaborazione del Piano di Governo del Territorio per sei anni e mezzo e, non paga di questa procedura ampiamente discutibile, ha gestito subito dopo una prima variante ed ora ne imbastisce una seconda.
    Probabilmente incapace dal punto di vista politico di far fronte alla necessità prima argomentata di procedere a una riscrittura del Documento di Piano reggendone le conseguenze, l'amministrazione comunale preferisce procedere unilateralmente a modificare il regime dei suoli, mostrando ancora una volta una conduzione estemporanea, priva di argomenti volti al bene comune, nell'affannosa corsa al soddisfacimento di esigenze e interessi di carattere privato.

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