venerdì 4 novembre 2016

Dal lutto per la guerra nasca la difesa nonviolenta

Il 4 novembre non è la festa della vittoria, ma la ricorrenza della fine di un massacro. La prima guerra mondiale, la “Grande Guerra”, è stata uno dei più sanguinosi conflitti della storia umana. Una guerra che – come riconobbe Giolitti – poteva essere evitata accogliendo la proposta dell'Austria di restituire Trento e Trieste in cambio della non belligeranza. Papa Benedetto XV la definì “l’inutile strage”: 16 milioni di morti e 20 milioni di feriti e mutilati. In Italia un milione e 200 mila morti fra militari e civili, oltre un milione di feriti e due milioni di ammalati per cause belliche, 850mila soldati denunciati e processati (il 15% di tutti i militari italiani chiamati alle armi!) per atti di insubordinazione ed ammutinamenti collettivi per il rifiuto di eseguire ordini di assalti inutili e suicidi.
Quindi, non festa ma lutto, affinché il 4 novembre diventi invece il giorno in cui, nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre, gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l’impegno affinché non ci siano mai più guerre, mai più uccisioni, mai più persecuzioni, dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignità e difendere i diritti di tutti gli esseri umani. In particolare vogliamo operare affinché sia approvata la proposta di legge di iniziativa popolare “Un’altra difesa è possibile”, che abbiamo depositato in Parlamento per l’istituzione e il finanziamento del Dipartimento per la difesa civile, non armata e nonviolenta. Chiediamo ai parlamentari di condividerla e di contribuire alla sua approvazione.
Claudio Morselli

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