sabato 4 gennaio 2014

Gianni Danieli, un cristiano di base

In paese lo conoscemmo sorpresi e attenti a fine anni '80, quando diffuse una "lettera ai comunisti" mica male per i tempi. Poi lo frequentammo quando dal nulla creò il Comitato per la pace Giorgio La Pira. Distanti ma incuriositi, gli demmo persino una mano per le sue iniziative culturali.
  Fu dietro suo invito che padre Alex Zanotelli tenne proprio a Calcinato la su ultima conferenza prima di partire per l'esilio keniota (volontario e profetico insieme) dopo la fatwa lanciatagli da Spadolini (allora ministro dellla difesa) per aver denunciato i traffici di armi e non solo.
  Un po' bene lo conoscemmo proprio dopo quell'incontro, a casa sua, dove ospitò il missionario comboniano in una convivialità d'altri tempi.
  Poi, solo poi, vennero le comuni battaglie in consiglio comunale.
  Ora Gianni Danieli ci racconta la sua formazione, e anche molto di altro, nel volume "Una chiesa... tante chiesuole" (Gam edizioni, 382 pagine, 15 euro).
  73 anni, esponente di rilievo del cristianesimo di base di casa nostra, lui che aveva cominciato nella gioventù di Azione Cattolica nel quartiere di Bottonaga, passa poi alla fondazione del Gruppo di esperienze religiose, sodalizio dal quale nascerà a Bedizzole la Comunità Casa Emmaus, finanziata in gran parte da padre David Maria Turoldo e aperta dal 1972 al 1983.
  Danieli ha condensato la memoria di quel singolare fenomeno ecclesiale, corredando il suo libro di una considerevole mole di documentazione inedita.
  Il lungo excursus, che miscela autobiografia e saggistica, parte con il racconto della formazione spirituale fra campagna e città di un giovane cristiano (Bottonaga era nel dopoguerra un borgo di remota periferia) che ha un occhio costante all'attualità sociale e si interroga sui fermenti conciliari, prendendo contatto con il meglio del cattolicesimo progressista italiano, dai padri Giovanni Vannucci, Ernesto Balducci e David Maria Turoldo al bresciano don Renato Piccini.
  "Ho insistito sulla parte teologica che riguarda la scelta della comunità" sottolinea "perché a determinare l'avvio dell'esperienza di Bedizzole fu, tra gli altri, l'incontro con Vannucci nel 1969 all'eremo chiantigiano di San Pietro alle Stinche (Si). 'Il futuro della chiesa è in queste piccole comunità che si ritrovano intorno alla Parola e la testimoniano' mi disse e per me fu come un mandato".
  L'illustrazione analitica delle diverse iniziative svolte dalla Comunità Casa Emmaus è costantemente accompagnata dall'esame di ciò che significa comunità nei Vangeli, negli Atti degli Apostoli nella Lettera a Diogneto. Questa parte culmina con il convegno del 14 e 15 giugno 1974, quando si confrontarono a Bedizzole i membri dei gruppi ecclesiali spontanei della Badia, di Torricella, di Mompiano, di Palazzolo, di san Giorgio, della Santà Trinità, di Santo Spirito, della Mandolossa e delle Acli di Sant'Eufemia.
  Segue poi una serie di schede sugli ideali e le pratiche di associazioni assai distanti dai valori di Danieli, dall'Opus Dei ai Legionari di Cristo, da Comunione e liberazione ai neocatecumenali di Rinnovamento nello Spirito.
  L'opera è infine completata dalla pubblicazione di numerosi documenti delle comunità di base bresciane, fra i quali si segnala la trascrizione di due conferenze del teologo Giulio Girardi e del saggista Raniero La Valle.

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