A 70 anni di distanza la strage nazista di Cefalonia verrà rievocata lunedì 8 aprile all’aula magna della scuola media statale Dante Alighieri di via Arnaldo a Calcinato dal reduce Angelo Gino Scalvini, il quale alle ore 10 presenterà la propria drammatica epopea di soldato della celebre Divisione Acqui, orribilmente trucidata nel settembre 1943.
La sua vicenda fu raccontata in un toccante diario pubblicato qualche anno fa nel diario "Prigioniero a Cefalonia" dalle edizioni Mursia. Scalvini fu assegnato alla Acqui il 13 gennaio 1943: l'8 settembre aveva vent'anni e si trovava con i suoi commilitoni a Itaca. Il 9 a Samo partecipò alla leggendaria "consultazione referendaria", pronunciandosi con i commilitoni per la resistenza al nemico che in quelle ore stava invadendo la patria. La repressione fu durissima e costò ai nostri quasi 1.500 morti in battaglia, 5.000 giustiziati, 3.000 prigionieri destinati poi a scomparire negli abissi marini a bordo delle navi tedesche che urtarono nelle mine disseminate un po' ovunque. In totale i soldati morti furono 9.406.
Scalvini trascorse la notte successiva al massacro appostato su un albero a pochi metri dal mare. In seguito saltò con altri militari su una scialuppa di salvataggio, affrontando poi disavventure infinite. Catturato dai tedeschi, fu caricato su un treno insieme ad altre centinaia di prigionieri: destinazione prima Barauka, in Bielorussia, poi Riga, poi Danzica. Infine il ritorno a casa, su mezzi di fortuna. A Calcinato giunse, stremato nel fisico e con la morte nel cuore, il 10 settembre 1945. Ma più forte delle strazianti immagini che aveva negli occhi fu la voglia di ricominciare, l'indistruttibile attaccamento alla vita, che per il reduce significherà una famiglia e un lavoro ai quali ha dedicato i lunghi e gioiosi anni dalla ricostruzione ad oggi.
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