Giovedì 21 marzo Calcinato ricorderà due suoi figli che non sono ancora entrati nei libri di storia, anche se l’hanno fatta, senza magari rendersene conto. Si tratta dei coniugi Angelo Tosi e Teresa Pasquali, alla cui memoria la prima assistente dell’ambasciata d’Israele in Italia, Sara Gilad, consegnerà al figlio Enrico la medaglia di “Giusti fra le Nazioni”, onorificenza creata dall’Istituto per la Memoria dei Martiri e dallo Yad Vashem (il Memoriale delle Vittime della Shoah), al fine di ricordare chi si è speso per salvare gli ebrei dal triste destino loro assegnato dal nazifascismo. La cerimonia verrà presieduta a partire dalle ore 11 in municipio dal sindaco Marika Legati.
La coppia
si rese protagonista nel corso della seconda guerra mondiale di una toccante
vicenda umanitaria che vale la pena di ricordare in tempi di crescente
diffusione di negazionismi ideologici privi di fondamento storico.
I due sposi ospitarono nella
propria abitazione in via San Vincenzo 3
due famiglie ebree, i Sarfatti e i Salinas, formate da internati
politici a Calcinato e sottrattesi alle ricerche delle autorità dopo l'8
settembre 1943. I clandestini furono alloggiati in casa
Tosi per quasi 18 mesi, dal 17 novembre 1943 al 27 aprile 1945, all'indomani
della Liberazione. I rifugiati coraggiosamente accolti da Angelo e Teresa erano
ben otto: la famiglia di Samuele Sarfatti era composta dalla moglie Clara
Eschenazi e dai figli Susanna e Sara; quella di Davide Salinas comprendeva la
moglie Virginia Sarfatti e i figli Giuseppe e Sara.
Le
due famiglie erano state in precedenza internate nel 1941 nel campo di
concentramento fascista di Ferramonti (Cs), dove erano rimaste per circa un
anno. Poi furono trasferite a Calcinato, sempre come internate. In paese
trascorsero i primi due anni presso la Casa Bianchi, insieme ad altre famiglie
ebree. "Quei due anni" ricorda oggi Sara, che oggi ha 81 anni
"sono stati il periodo più bello e spensierato della guerra: eravamo
internati, c'erano le leggi razziali, ma potevamo comunque uscire per le vie
del paese e incontrare gli amici".
"Poi" prosegue "è cominciato
l'incubo: dopo l'8 settembre 1943 i nazisti occuparono l'Italia e insieme ai
fascisti cominciarono a dar la caccia agli ebrei al fine di deportarli tutti
nei lager dai quali era difficilissimo uscire vivi. Le nostre due famiglie
furono salvate grazie alla generosità e bontà della famiglia Tosi, che
nascosero, in casa loro e a loro rischio, ben otto persone nella cameretta al
piano di sopra".
"Da lì non potevamo uscire" spiega
"altrimenti ci avrebbero arrestati e deportati; durante il giorno non
potevamo né muoverci né parlare, altrimenti qualcuno in strada poteva sentirci
e capire che i Tosi nascondevano in casa loro degli ebrei e ciò li avrebbe
portati a subire la nostra stessa sorte".
“I
Tosi – sottolinea - avevano un figlio partito con l'Armir per la campagna di
Russia e la mamma aveva fatto una sorta di voto, in virtù del quale essi ci
avrebbero ospitato affinché egli tornasse sano e salvo dalla guerra. Cosa che
poi per fortuna avvenne dopo un lungo e difficile viaggio a piedi".
"Se qualcuno del paese veniva in casa
Tosi" aggiunge "noi dovevamo nasconderci in soffitta fino al momento
in cui se ne andava. Ad avvertici era la nipote sussurrandoci un ‘Sito,
lazzaroni!”, poiché vedeva che ce ne stavamo tutto il giorno senza fare nulla.
In effetti abbiamo trascorso tutto quei mesi in compagnia di qualche libro e,
talora, lavorando a maglia, per passare il tempo".
Poi, finalmente, la primavera del '45 e il 25
aprile: "Era arrivata la fine della guerra" conclude Sara "e, di conseguenza, la
libertà per tutti gli ebrei che non erano stati deportati nei campi di
concentramento".
La
famiglia Sarfatti in seguito si trasferì negli anni '60 in Israele, dove i
genitori morirono poco dopo. Così come i Tosi, scomparsi entrambi negli anni
'70. Giuseppe è scomparso nel 2009 e ora
resta solo Sara, che vive a Milano, a ricordare quel terribile periodo.
L’anziana signora sarà a Calcinato giovedì , con la moglie di Giuseppe, Stella Dana, e le due figlie, Margherita e
Virginia Salinas. Con loro a testimoniare “il gesto dei Giusti”, giungeranno
appositamente da Tel Aviv, i tre figli di
Susanna Sarfatti -
Vitali, Clara e Samuele Levi – e le due di Sara Sarfatti, Zelda e Corinne.
Grazie per aver diffuso questa notizia!
RispondiEliminaC'è qualche foto della cerimonia?
RispondiEliminaGrazie!
Le foto di cui disponiamo sono un po' "pesanti". Se ci mandi la tua mailbox a linea.indipendente@hotmail.it, te le inviamo.
RispondiEliminaLa mia mail è lunanewton@hotmail.com.
RispondiEliminaMi fareste davvero un gran piacere!
cari saluti
Marta