martedì 14 settembre 2010

Prostitute ai banchi del Parlamento


di Enrico Grazioli

Chi si è prostituito per avere un posto in Parlamento non si deve dimettere, lo sostiene il deputato Pdl Giorgio Stracquadanio. Come dargli torto, al loro fianco si sono furfanti, lestofanti, mafiosi, collusi, impreparati, ignoranti che hanno della suburra il governo di Roma. Se qualcuno arriva a una nomina perché ha mostrato un poco di pelo, tuttavia, lo si nota. Le incapacità non possono essere per sempre celate.

L'idea del parlamentare lascia perplessi. Tira più un pelo che un carro di buoi, il popolino lo sa bene, ma Stracquadanio non è talmente convinto che rincara. «Io considero normale che gli uomini e le donne usino la loro avvenenza fisica per i loro scopi. E se ne venissi a conoscenza non pretenderei le dimissioni di nessuno».

«Perché non parliamo delle candidature del Pd? - allude - Tutte le ragazze del Pd hanno conquistato il loro posto per grandi meriti scientifici e culturali e artistici? Perché guardate in una sola direzione? Usare il proprio corpo in politica è la realtà del mondo da quando esso esiste, compreso il nostro mestiere».

Questa è una frase che svela molto sull'onorevole stesso più che sulla realtà che lui disegna e immagina. Non concepisce neppure che una donna possa avanzare nella professione senza ricorrere al sesso e al corpo. Dire che questa affermazione è squallida è dire poco.

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