Cittadini, Amministratori, Signor Sindaco,
Linea Indipendente, gruppo ecologista che in questi anni ha seguito attentamente l’iter procedurale del Piano di Governo del Territorio, intende sviluppare alcune considerazioni sullo stato delle cose così come oggi le conosciamo, ribadendo la necessità per i calcinatesi di difendere e valorizzare i beni comuni, tutelare e arredare il verde pubblico, contenere l’espansione degli insediamenti abitativi e produttivi entro termini ragionevoli, peraltro correlati alla grave crisi economico-finanziaria che stiamo attraversando.
Preliminarmente ci vediamo costretti a rinnovare le nostre critiche alla gestione della stesura del Piano. La legge parla espressamente di coinvolgimento e partecipazione delle forze organizzate presenti e della cittadinanza. Prima di questo fu fatto un unico incontro, pochissimo pubblicizzato, in un cinema semivuoto e una lunghissima carrellata di interventi tecnici di ordine generale.
Ad anni di distanza, l’esito che abbiamo davanti è la produzione di documenti parziali, le cui interpretazione e analisi sono estremamente difficoltose.
A tutt’oggi non ci è possibile valutare il processo di costruzione e avanzamento del Piano, non abbiamo nessuno strumento per esaminare il lavoro che sappiamo essere stato svolto intensamente per tutto questo tempo dalle forze politiche che compongono la maggioranza, poiché non ci sono mai stati consegnati i documenti preliminari necessari per lo sviluppo delle esigue parti del Piano sinora rese pubbliche.
Il dubbio che avanziamo è che - nel sicuro delle stanze del municipio - il Piano sia ormai confezionato. Ci chiediamo perché non sia possibile, almeno per tutti i consiglieri comunali, valutarlo corredato di tutti i documenti redatti.
E’ bene ricordare che l’iter di allestimento del Pgt sostanzialmente si compone di quattro fasi concatenate e successive: l’analisi della situazione esistente, la preparazione dei diagrammi (o matrici), la definizione delle scelte strategiche e, infine, la stesura della relazione e l’esecuzione dei disegni.
Noi abbiamo la bozza della relazione e dei disegni, senza conoscere però le strategie definite dalla amministrazione comunale, né la relazione preliminare, né tutta la parte politico-decisionale propedeutica alla stesura del Piano. Le relazioni e i disegni servono solo a dare una forma, è il resto che è sostanziale.
Dall’amministrazione la legge 12/2005 che norma la redazione del Piano di governo del territorio (Pgt) è stata interpretata nella maniera più banale e semplicistica. Il Pgt deriva da una idea della pianificazione completamente diversa dalla vecchia legge del 1975 che normava la redazione del Piano regolatore generale (Prg). Il Pgt ora è uno strumento strategico e di governo della trasformazione territoriale, che introduce nuove tecniche di amministrazione sia dell’utilizzo del suolo che dello sviluppo socioeconomico, introducendo per esempio nuovi principi come quelli della perequazione (possibilità di scambio di potenzialità edificatoria), della concertazione (compartecipazione pubblico-privata nella definizione della struttura del Pgt), della sussidiarietà (relazione con la pianificazione di ordine gerarchico superiore e orizzontale) e di tutela ambientale (con l’introduzione finalmente di un sistema di valutazione dello stato dell’ambiente precedente al Pgt, una previsione a termine verificata secondo determinati parametri e una serie di passaggi di monitoraggio intermedio). Nessuno di questi aspetti è stato trattato né sviluppato né pubblicamente né nei documenti di sviluppo del Pgt di Calcinato.
Per quanto concerne il Piano dei Servizi, la scommessa era riuscire a dare finalmente risposte alla richiesta e necessità di strutture pubbliche, sempre più urgenti a Calcinato alla luce della accelerazione dello sviluppo edilizio e demografico del territorio. Lo sforzo dell’amministrazione comunale doveva essere incentrato sull’adeguamento degli standard di servizio (pensiamo a strutture quali la scuola primaria, la scuola dell’infanzia, il distretto sociosanitario, ma anche a uno spazio dedicato al mercato settimanale, al parco intercomunale sul fiume Chiese, alla fascia di mitigazione dell’autostrada A4, a un centro culturale degno di questo nome, a strategie di rilancio dello scalo ferroviario di Ponte San Marco). Ci chiediamo se e dove si trovi traccia di tutto ciò. Com’è possibile valutare il Pgt senza conoscere il pensiero dell’amministrazione su queste tematiche?
Non sappiamo poi come si porrà l’amministrazione comunale nei confronti dell’edilizia residenziale pubblica. Scaduto da tempo il piano Aler, giudichiamo necessario capire se si intende destinare una quota della volumetria prevista per costruire case a prezzi agevolati e, in seconda battuta, per evitare la concentrazione di insediamenti di questo tipo ai margini dell’abitato (addossando al pubblico i costi dell’infrastutturazione delle aree) e il conseguente rischio della creazione di quartieri ghetto, spalmando invece ordinatamente sul territorio interventi di basso costo per costruire un puzzle urbanistico omogeneo.
Sconcerta poi la grave superficialità con la quale viene trattata la politica di previsione dello sviluppo del territorio. Ad esempio, anche ad una semplice lettura dell’esiguo materiale rilasciato alle minoranze risulta evidente la grossolana stesura della documentazione, la quale spesso non non ne assume i principi di legge come base di elaborazione e addirittura contiene “perle”, come quando parla della necessità della salvaguardia (a Calcinato!) di inesistenti boschi di latifoglie o delle limonaie del Parco Alto Garda, oppure della necessità di tutelare beni tipici della zona della bassa occidentale, decontestualizzando completamente la corretta posizione geografica del nostro comune. Gli estensori evidentemente pensano a una Calcinato che non esiste se non nella loro testa e fanno un cattivo utilizzo del “copia-e-incolla” per far fronte all’urgenza dei tempi e al ritardo accumulato nella politica urbanistica della amministrazione comunale, troppo impegnata a dare pedissequa applicazione al Prg vigente che pure a parole diceva di voler contrastare.
Sembra emergerne un’inconsapevolezza generale della strategica importanza del processo in corso per il nostro territorio.
Chi governa il Comune crede forse di poter mettere in secondo piano quello che pensano i cittadini, prevedendo trasformazioni che cambieranno il territorio per sempre, vincolando ad esso le future scelte.
Facciamo appello a quanti hanno a cuore la bellezza, la cura, la conservazione e l’ordinato sviluppo di Calcinato affinché si lavori per:
1. la ridefinizione generale della struttura della campagna di Calcinatello (riordino del sistema idrico, costruzione di un Consorzio Agrario Locale, riassetto proprietario),
2. la promozione e sviluppo di un progetto intercomunale per la creazione di un Parco sul fiume Chiese,
3. l’incremento ragionato degli indici fondiari sulle zone residenziali, per limitare il consumo del suolo con nuovi insediamenti e ottimizzare l’utilizzo delle porzioni già utilizzate,
4. lo studio di un sistema incentivante per lo sviluppo di cooperative di costruzione promosse da cittadini,
5. la garanzia, per le piccole imprese artigiane che lo desiderino, di rimanere localizzate nel tessuto urbano residenziale,
6. la creazione, di concerto con i comuni della tratta ferroviaria Brescia-Verona, di una società per il ripristino della traffico pendolare su rotaia,
7. la predisposizione nel triennio di un piano per il consumo zero del territorio,
8. l’assunzione in carico al Comune dei compiti di controllo, gestione, riduzione e commercializzazione dei rifiuti prodotti a Calcinato.
Una Calcinato migliore è possibile!
Linea Indipendente, luglio 2010
I firmatari:
Gianni Alessi, Mauro Badini, Sergio Baratti, Fosco Beschi, Roberta Boldini, Antonella Farina, Tiziano Filippini, Nicole Leali, Libero Lorenzoni, Maria Giulia Mameli, Flavio Marcolini, Sabrina Marella, Teresa Paroli, Annarosa Quinzani, Mario Rodella, Stefano Rodella, Guglielmo W. Spassini, Tiziana Spreafico, Flavio Vida, Dario Zanotti.
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