mercoledì 13 maggio 2009

IL TAR SUL CAMPO NOMADI


Il Tar di Brescia ha accolto la richiesta di sospensiva contenuta nei due ricorsi contro lo sgombero del campo nomadi di via Campagna a Calcinatello, presentati dai proprietari dell’area avverso il provvedimento emesso dal Comune. Salta così ancora una volta la prospettiva concreta dello sgombero, già fissato ai primi di aprile, poi rimandato al 18 maggio e ora rinviato sine die.
Come si ricorderà, il 9 marzo il consiglio comunale di Calcinato aveva dato il via libera allo sgombero di un insediamento al centro di molte polemiche, dislocato da oltre una decina di anni in un’area di 2.400 mq adiacente all’autostrada Serenissima, che ospita appunto alcune famiglie di nomadi. “I nomadi insediati nell’area di via Campagna sono stati recentemente coinvolti in fatti criminosi e alcuni di loro sono stati tratti in arresto” aveva ricordato il sindaco Angiolino Goglioni. “La nostra decisione è giunta dopo anni di ordinanze di demolizione non rispettate, una del 1999 emessa dalla precedente amministrazione e una del 2006 emessa dalla nostra. Tutta la procedura è stata eseguita nel pieno rispetto della normativa vigente in materia”.
Ma il Tar rileva ora “la mancata esplicazione della esatta misura e del relativo calcolo della superficie libera” che il Comune intende acquisire, area che chiede venga “rideterminata entro il 25 settembre”.
Intanto a sostegno dei nomadi scende in campo il gruppo libertario Spartaco, che ha diffuso in paese una lettera aperta al primo cittadino in cui afferma che “l'amministrazione comunale avrebbe dovuto attivarsi (e possa ancora farlo) affinché anche alla comunità rom presente a Calcinatello sia garantito il riconoscimento di diritti fondamentali e sia richiesta la garanzia del rispetto di alcuni doveri altrettanto fondamentali. E questo avrebbe potuto e può concretizzarsi solo in un campo nomadi attrezzato, da costruire da parte del Comune con i fondi della Unione Europea (in Italia di fatto inutilizzati), nel quale possano accedere famiglie rom che si impegnano a mandare i minori a scuola, a garantire visite periodiche dei servizi sociali (in relazione alla situazione dei minori) e dei servizi tecnici comunali (per la tutela del patrimonio pubblico affidato), a dichiarare l'identità e il numero degli ospiti (entro un limite massimo da stabilire)”.
Gli spartachisti chiedono “di sospendere lo sgombero, proprio a causa di quei prevalenti interessi pubblici che finora sono stati ritenuti inesistenti. Infatti, al di là delle parole con cui si invoca la tutela dei minori e delle donne e la sicurezza dei cittadini, altrimenti le cose finiranno come altre volte in passato: i rom finiranno in un altro Comune e in qualche posto del nostro territorio arriveranno quelli cacciati con le stesse procedure da un altro sindaco e tra dieci anni ci troveremo probabilmente a commentare altre delibere che accantonano il problema e cercano di rispedirlo a qualcun altro. Intanto avremo prolungato situazioni di degrado e di marginalità che sono lo scenario tipico dell’illegalità e di una pessima qualità della vita per i più deboli”.
In ogni caso se ne riparlerà in autunno, più precisamente nella camera di consiglio del Tar in programma per il 30 settembre. Se ci sarà lo sgombero che darà attuazione alla delibera del consiglio comunale, il Comune è intenzionato ad acquisire successivamente l’area su cui sorge il campo. Si tratta di un passaggio necessario nell’iter amministrativo, al quale farà seguito l’abbattimento delle strutture presenti sulla superficie dal momento che furono realizzate nonostante il vincolo di inedificabilità e all’interno della fascia di rispetto dell’autostrada.

Nessun commento:

Posta un commento