Si amplia e approfondisce l’impegno degli enti locali bresciani per affrontare efficacemente il problema della sicurezza, con particolare attenzione ai furti nelle abitazioni e alle truffe a danno degli anziani, fenomeni che destano sempre maggiore preoccupazione nelle nostre comunità.
Dopo un primo incontro tenutosi a Mazzano venerdì 7 febbraio, quando nove sindaci posero le basi per una collaborazione più stretta e coordinata, con l'obiettivo di ottimizzare le risorse e massimizzare l'efficacia delle azioni intraprese, non solo in funzione repressiva, ma anche di prevenzione attraverso campagne di informazione e sensibilizzazione sui rischi di furti e truffe e su come difendersi, nella mattinata di mercoledì 12 marzo il tavolo tecnico è diventato il “Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica itinerante”: l’incontro si è svolto dalle ore 10 alle 13, sempre nella sala consiliare del municipio di Mazzano.
Vi hanno partecipato il Prefetto di Brescia Andrea Polichetti, il Presidente della Provincia Emanuele Moraschini, il Questore Eugenio Rodolfo Spina, i comandanti provinciale dei Carabinieri Vittorio Fragalà e della Guardia di Finanza Francesco Maceroni e il comandante della Polizia provinciale Dario Saleri. Con loro c’erano stavolta ben diciassette sindaci, in rappresentanza dei Comuni di Bedizzole, Borgosatollo, Botticino, Calcinato, Castel Mella, Castenedolo, Collebeato, Flero, Montirone, Nuvolento, Nuvolera, Poncarale, Rezzato, Roncadelle, San Zeno Naviglio, Serle e Torbole Casaglia.
Diverse sono state le problematiche affrontate, dall’emergenza dei furti nelle abitazioni ai diversi fenomeni della microdelinquenza allo spaccio di sostanze stupefacenti.
Al termine della mattinata il Prefetto ha giudicato positivamente il confronto avviato: “Abbiamo ascoltato le esigenze di tutti i sindaci” ha dichiarato Polichetti, informando che “nel 2024 si è registrata una flessione del 3% per quanto riguarda i reati generali, ma un aumento dei furti”. Un problema ricorrente su questo fronte è “la sfiducia della gente che spesso non denuncia: questo è un aspetto sui cui lavorare”.
Quello che è emerso unanime è il concetto di “sicurezza partecipata”, secondo il quale il cittadino è sempre più uno degli attori di questo processo, interagendo con le diverse forze dell’ordine e intervenendo con segnalazioni laddove ravvisi atti e fenomeni di illegalità.
La collaborazione delle comunità con le istituzioni può trovare, ad esempio, uno sbocco concreto nella promozione - o nel rafforzamento, laddove già esistano – di azioni coordinate di controllo del vicinato.
Positivi sono poi stati valutati i dispositivi e le procedure che in ogni comune garantiscono il sistematico coordinamento e scambio di informazioni fra gli agenti di Polizia Locale e i Carabinieri di stanza sul territorio.
Il neonato Comitato in futuro lavorerà in modo continuativo per monitorare la situazione, individuare e sviluppare soluzioni efficaci nella collaborazione fra le diverse figure e funzioni.
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