lunedì 26 febbraio 2024

Formare le forze dell’ordine alla conoscenza e all’uso delle tecniche della nonviolenza

Dopo i drammatici fatti dei giorni scorsi assume ancora più urgenza la necessità di approvare un atto legislativo (o amministrativo, o regolamentare) che istituisca una specifica formazione e addestramento alla nonviolenza per tutto il personale delle forze dell'ordine.
Gli operatori delle forze dell'ordine hanno nel nostro paese il compito istituzionale di difendere la sicurezza pubblica e quindi l'incolumità e la dignità e i diritti di tutte le persone.
Essi si trovano a svolgere un compito delicato e difficile: contrastare i poteri criminali, garantire le condizioni per una civile convivenza, far rispettare le leggi vigenti.
Occorre che abbiano gli strumenti teorici (i saperi: anche quelli assiologici ed ermeneutici) ed operativi (dall'organizzazione alle metodologie, dalle strategie alle risorse materiali) necessari.
Tra questi strumenti la formazione e l'addestramento ai criteri, i metodi, le tecniche e le strategie elaborate dalla teoria e prassi nonviolenta sono di fondamentale importanza.
I valori morali, le analisi psicologiche e sociologiche, le acquisizioni teoretiche, gli strumenti ermeneutici, le modalità comunicative e relazionali, il bagaglio operativo e la memoria storica della riflessione nonviolenta costituiscono una "cassetta degli attrezzi" che ogni operatore sociale (e quindi, e soprattutto, anche quegli operatori sociali che agiscono nel campo della difesa dei diritti e della sicurezza pubblica) dovrebbe avere a disposizione; dovrebbero essere un retroterra condiviso, un curriculum formativo comune per tutti gli attori della scena pubblica.
La nonviolenza si insegna: non si tratta di richiedere una fede, ma di far conoscere teorie, metodologie, esperienze che hanno una lunga storia e una sistemazione scientifica notevoli. Da Mohandas Gandhi a Aldo Capitini a Ernesto Balducci, da Johan Galtung a Giuliano Pontara a Gene Sharp, da Martin Luther King a Danilo Dolci a Giuseppe Giovanni Lanza del Vasto, da Alberto L'Abate a Hildegard Goss-Mayr a Jean Marie Muller, da Hannah Arendt a Franco Basaglia ad Hans Jonas, da Nanni Salio a Enrico Peyretti ad Alessandro Zanotelli, da Ivan Illich a Susan George a Vandana Shiva, vi sono molteplici esperienze e riflessioni che possono essere valorizzate e condivise, studiate e discusse, apprese e utilizzate.
E dunque per formare e addestrare le forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso degli strumenti teorici e pratici della nonviolenza chiediamo che si faccia subito un provvedimento; noi riteniamo che dovrebbe essere una legge: ma che sia legge, che sia decreto, che sia regolamento, che sia atto amministrativo, quel che più conta è che si faccia subito e subito abbia applicazione.
Poi magari ci potrà essere lo stesso il teppista che si copre di una divisa per dar sfogo alla sua brutalità (il quale, ovviamente, va individuato e punito come tutti coloro che delinquono), ma ci sarà una grandissima parte di operatori della sicurezza pubblica che saranno persone più mature e più consapevoli, più qualificate e più responsabili, più adeguate al loro compito istituzionale. E tutti staremo meglio.

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