domenica 19 luglio 2020

Il gigante buono s'è spento

John Lewis, militante nonviolento dei diritti civili degli Stati Uniti, compagno di lotta di Martin Luther King, è morto all'età di 80 anni.
"Oggi l'America annuncia la scomparsa di uno dei più grandi eroi della storia americana", ha scritto la presidente della Camera dei rappresentanti, Nancy Pelosi, in un comunicato.
La Pelosi ha descritto Lewis, democratico come lei, che soffriva di un cancro al pancreas, come un "gigante del movimento dei diritti divili, la cui fede, bravura e bontà hanno trasformato la nostra nazione". Figlio di contadini, questo afro-americano era a 21 anni uno dei più giovani "Freedom Riders" che ha combattuto la segregazione nel sistema dei trasporti americano all'inizio degli anni '60. 
Aveva dovuto soccombere più volte, sotto i colpi della polizia, specialmente sul ponte Edmund Pettus, a Selma, in Alabama, mentre conduceva una marcia pacifista di molte centinaia di militanti nonviolenti contro la discriminazione razziale. È poi divenuto una delle voci più rispettate del paese per la giustizia e la legalità, trasformandosi nella "coscienza del Congresso". Nel 2005, per celebrare il cinquantesimo della "domenica di sangue", aveva riattraversato quel ponte a fianco del Presidente Barack Obama.
Nonostante la malattia, aveva fatto ritorno a Washington in giugno, nel pieno dei disordini nati dalla morte di George Floyd per mano della polizia di Minneapolis, per partecipare alla mobilitazione del movimento Black Lives Matter contro la discriminazione razziale.
Rendendo omaggio alla memoria di questo compagno che, da discepolo di Martin Luther King, è poi divenuto egli stesso servitore della nonviolenza, sosteniamo anche noi la proposta lanciata da Paul McCartney di rinominare il ponte Pettus Bridge sul fiume Alabama, celebre per essere stato teatro delle marce nonviolente da Selma a Montgomery nel 1965 che John Lewis e Martin Luther King attraversarono insieme, e intitolarlo "Ponte John Lewis".

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