venerdì 24 aprile 2020

APPELLO DALLA CALCINATO CHE RESISTE

RINNOVIAMO AI MARTIRI ANTIFASCISTI 
LA PROMESSA DI UN IMPEGNO SOLIDALE 
PER IL BENE DI TUTTI!
Sarà uno strano 25 aprile, anche a Calcinato. Per la prima volta non ci sarà il tradizionale corteo popolare, con l’unica presenza in piazza del Sindaco, che a nome della comunità onorerà i caduti della lotta di liberazione dal nazifascismo. E non ci saranno nemmeno i discorsi commemorativi degli ultimi anni che, pur con tutti i loro limiti, avevano tuttavia un significato, se non un valore: erano l'omaggio reso ai compagni caduti per la nostra libertà.
Oggi, come ogni 25 aprile dal 1945, rinnoviamo l’imperitura promessa di riconoscenza verso chi allora lottò, soffrì o morì per abbattere il nazifascismo e consegnarci uno Stato di diritto retto da un ordinamento democratico. 
Il 25 aprile per noi è più che una celebrazione di eventi passati: è un atto di riconoscimento e di riconoscenza, è l'attestazione di un dono e di una chiamata, è il porsi all'ascolto dell’invito che i martiri della Resistenza ci fanno a proseguire sulla via della pace e della nonviolenza. 
Infine, questo 25 aprile ha una caratteristica unica, dal giorno della Liberazione ad oggi: si svolge mentre è in corso una pandemia che aggredisce e insieme affratella l'umanità intera. Come l'aggressione del nazifascismo che l'intera umanità minacciava, così la pandemia odierna ci colpisce tutti e ci impone quindi di unire gli sforzi per la salvezza comune, rivelando l'illusorietà di ogni artificiosa divisione e la meschinità e immoralità di ogni potere oppressivo ed escludente.
Consapevoli che la pandemia ha mietuto vittime soprattutto nella generazione testimone dell'antifascismo e della Resistenza, per contenere il contagio restiamo consapevolmente a casa, ma non rinunciamo, anche in questa giornata, a chiedere, altrettanto consapevolmente, di: 
- salvare vite umane: 
- aiutare con adeguate provvidenze tutti i poveri e gli impoveriti: 
- fornire protezioni sanitarie adeguate per tutte le persone a cominciare dagli operatori della sanità, dell'assistenza, della pubblica sicurezza, di tutti i servizi pubblici necessari, nonché per  tutti i lavoratori che continuano a produrre e distribuire i beni essenziali alla vita, gli alimenti e gli altri generi di prima necessità; 
- mantenere chiuse fino alla fine dell'epidemia tutte le attività non immediatamente necessarie alla vita delle persone; 
- rispettare e far rispettare rigorosamente il principio di precauzione, facendo prevalere la salvezza delle vite umane su ogni altro interesse particolare; 
- comprendere e far comprendere che per tutelare il diritto alla vita e alla salute occorre anche un impegno a contrastare l'inquinamento, che è il primo produttore e veicolo di nocività, e agire di conseguenza.

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