domenica 6 agosto 2017

Le atomiche da Hiroshima e Nagasaki ad oggi

A 72 anni dallo scoppio delle due bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, che il 6 e il 9 agosto 1945 causarono oltre 250 mila morti, l'arsenale atomico dispone oggi di armi 50 volte più potenti di quelle lanciate sulle città giapponesi e nel mondo ci sono oltre 15 mila ordigni nucleari potenzialmente in grado di distruggere più volte l’intera umanità.


Questi armamenti hanno costi, anche sociali, insostenibili: tali risorse potrebbero essere proficuamente utilizzati per scuole, salute, assistenza ai più deboli e per la protezione civile. Tutte richieste già presenti nella proposta di legge sulla difesa civile nonviolenta in discussione in Parlamento, sottoscritta da 74 parlamentari.
Un importante passo sulla strada del disarmo atomico è stato compiuto con il voto del 6 luglio scorso della Conferenza indetta dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite: con 122 voti favorevoli, uno contrario e una astensione è stato approvato un trattato che vieta di testare, produrre, acquisire, possedere, trasferire e consentire la dislocazione di armi nucleari. Ricordiamo al riguardo la presenza di basi nucleari a Ghedi ed Aviano, una minaccia permanente per la sicurezza dei cittadini residenti.
Lo storico voto però non ha visto la partecipazione dei Paesi che detengono le armi nucleari e delle nazioni a loro alleate. La gran parte dei Paesi Nato (Italia compresa) ha infatti scelto di non partecipare. Continua perciò il nostro impegno nei confronti dell'opinione pubblica e della politica, affinché il Trattato per la messa al bando di queste armi criminali venga sottoscritto anche dall’Italia: finché esisteranno armi nucleari vi sarà sempre il pericolo che prima o poi vengano usate: l'unica vera sicurezza è data dal disarmo nucleare totale.

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