mercoledì 5 ottobre 2016

I No Tav domani in assemblea a Calcinatello: resistere agli espropri!

A Calcinatello il movimento No Tav, in collaborazione con il Comitato Cittadini, alza il tiro contro l’avvicinarsi delle scadenze di progettazione della tratta Brescia-Verona della nuova linea ferroviaria ad alta velocità. Domani sera alle ore 20.30 nella sala civica sotto le scuole elementari di via Santa Maria ci sarà una assemblea pubblica per illustrare le procedure avviate dal coordinamento di resistenza agli espropri in vista della realizzazione di questa grande opera pubblica.
Nel corso della serata in particolare sarà possibile aderire al ricorso collettivo che ha già ricevuto decine di adesioni in poche ore. “Con la deliberazione 22 del 1° maggio scorso - informa la portavoce del comitato Laura Corsini - il Cipe ha approvato la reiterazione del vincolo preordinato all’esproprio dei terreni interessati al passaggio dei treni ad alta velocità. Si tratta della seconda reiterazione del vincolo e della terza volta che esso viene posto a partire dal 2001; il provvedimento si è reso necessario poiché il precedente vincolo era scaduto. Il decreto governativo 251 del 23 settembre scorso ha poi espresso il parere di compatibilità ambientale (Vas) per il progetto della tratta Brescia–Verona dell’Alta Velocità”.
Per il movimento ambientalista “è necessario impugnare i due provvedimenti per far valere alcuni vizi quali: l’illegittimità dell’ulteriore periodo di reiterazione del vincolo espropriativo (si arriverà in questo modo a 19 anni di vincolo di esproprio su case, terreni ed aziende!); la scadenza del vincolo espropriativo prima dell’approvazione della delibera del Cipe; l’illegittimità della pretesa di far valere la Vas appena approvata anche per il progetto definitivo dell’Alta Velocità sulla tratta Brescia–Milano dopo aver già espresso il parere di compatibilità tra il progetto preliminare e il progetto definitivo”.
“Inoltre - sottolinea Corsini - contro entrambi i provvedimenti possono essere fatti valere in via derivata tutti i vizi derivanti dal ricorso principale. I motivi aggiunti sono importanti per evitare che quando sarà il momento di impugnare il progetto definitivo possa essere contestato ai ricorrenti di non aver impugnato gli atti presupposti aventi autonoma efficacia lesiva facendoli diventare definitivi, in quanto se un atto amministrativo non viene impugnato entro sessanta giorni dalla sua conoscenza, esso diviene definitivo e non può più essere contestato”.
I soggetti legittimati ad impugnare la deliberazione del Cipe e il decreto sono gli espropriandi, i soggetti che abitando a ridosso della linea e che riceveranno danni dall'opera e i Comuni il cui territorio è interessato dalla nuova linea ferroviaria, ma per i No Tav “anche le associazioni ambientali a carattere locale che abbiano nel proprio statuto la tutela del territorio in tutte le sue forme”.
Questo nuovo ricorso al Tar si aggiunge a quello già depositato ad aprile e ora in attesa di fissazione di udienza: “riteniamo che ogni azione legale vada intrapresa per tentare di fermare un'opera che non presenta alcuna utilità per il nostro territorio e che creerà gravi danni all'economia locale, al turismo e alla vita quotidiana di tutti gli abitanti” ribadisce Corsini.
“Naturalmente è possibile per il singolo espropriando fare ricorso autonomamente – osserva - ma partecipare al ricorso collettivo riduce fortemente i costi legali. L'adesione va comunicata entro il 19 ottobre; il costo individuale non supererà l'importo minimo di adesione di 50 euro”.
“L'interesse all'adesione - conclude - va comunicato all'indirizzo info@notavbs.org o telefonicamente al 338/2243648 ogni giorno dopo ore 12".

Nessun commento:

Posta un commento