L'ipotesi, ventilata nei giorni scorsi, di concedere entro fine anno in gestione la rete idrica e fognaria del Comune di Calcinato ha suscitato la reazione del locale Comitato Salute Ambiente, che ha diffuso una lettera aperta inviata al sindaco Marika Legati, in cui il presidente del sodalizio Roberto Sigurtà esprime netto dissenso nei confronti di questa possibilità.
Dal punto di vista economico gli ambientalisti giudicano "l’offerta ricevuta (si parla di "un vantaggio economico a sei zeri da parte della Società speciale della Provincia") priva dei basilari requisiti, commerciali e contrattuali. La compensazione economica potrebbe forse considerarsi allettante per un’amministrazione in crisi economica che limita la propria visione nel breve periodo, ma volgendo lo sguardo a una visione più prolungata (almeno decennale), il vantaggio economico si aggira a poco più di 200mila euro all’anno, ben inferiori alle rimanenze che il nostro servizio idrico già offre".
Per quanto concerne l'aspetto normativo sottolineano che "i riferimenti legislativi indicati sono superati e inesistenti alla luce degli esiti referendari, infatti il Comune non deve sottostare a nessuna scadenza al 31 dicembre". "E' evidente che il vuoto normativo attuale è tale da sconsigliare assolutamente una presa di posizione in materia per l’immediato futuro" osserva il Comitato.
Infine la questione politica. "Se lo scenario legislativo non è mutato verso la direzione della privatizzazione dell’acqua, anzi tutt’altro grazie all’espressione referendaria - rileva Sigurtà - non sussiste nessun rilevante vantaggio economico lungimirante o a lungo termine (anzi i costi delle tariffe aumenteranno e le disponibilità per il Comune diminuiranno a causa della mancanza dei proventi tariffari)".
Il rifiuto che il Comitato chiede al sindaco di opporre alla "proposta di cessione" è collegato a una richiesta di "chiarezza sul futuro della gestione, futuro che noi vediamo, in qualsiasi caso, con un’impostazione veramente consorziale tra i comuni, che cooperino e ne mantengono sia la responsabilità che la diretta gestione ognuno delle proprie infrastrutture, ma con una gestione partecipativa sui programmi e sugli investimenti".
E a mo' d'esempio, propone di "sostenere la proposta di legge d’iniziativa popolare redatta dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua che racchiude al proprio interno le soluzioni per una gestione del ciclo dell’acqua come bene indispensabile all’uomo, da proteggere, tutelare e utilizzare in modo responsabile".
Dal canto suo, il primo cittadino ammette che "è arrivata una proposta di valorizzazione degli impianti da parte dell'Uffficio d'ambito provinciale, l'ex Ato, e da oltre un mese l'amministrazione sta procedendo alla consultazione degli organi preposti, dalla conferenza dei capigruppo consiliari alla commissione ecologia alla consulta ambientale".
"La nostra controposta è stata accettata con una lettera del 6 dicembre scorso dall'Ufficio d'ambito" informa. "Essa prevede investimenti di riqualificazione e miglioramento degli impianti. in particolare il depuratore di Calcinatello con la relativa dorsale di collegamento con tutto l'abitato e con gli insediamenti industriali a est di Ponte San Marco, opera per noi prioritaria".
Quanto ai riferimenti normativi fatti dal Comitato, il sindaco li giudica "non propriamente corretti, soprattutto dopo il referendum del giugno scorso, in quanto riguardano le modalità di gestione di servizio, ovvero i rapporti fra l'Ufficio d'ambito provinciale e le società che gesticono operativamante il servizio sui territori".
"Ma a noi - sottolinea Legati - interessa la normativa che riguarda la gestione del servizio idrico integrato, sulla quale non c'è dubbio che dal prossimo 1° gennaio non sarà più possibile amministrarla in economia come Comune. Ciò non significa privatizzare il servizio e il ciclo dell'acqua. Il comune non lo gestirà più direttamente, ma lo affiderà comunque a un ente interamente pubblico, la cui assemblea è formato da tutti sindaci della provincia. Fra l'altro, in sede di assemblea dei primi cittadini, è stata avanzata la proposta di privilegiare le società in house, interamente pubbliche".
E a questo proposito, conclude osservando che "le modalità d'ingresso e dell'affidamento sono diverse da comune a comune. Il nostro acquedotto è in buono stato e l'ufficio d'ambito ha riconosciuto questa prerogativa con una adeguata remunerazione economica per gli investimenti fatti in passato".
flavio marcolini
martedì 20 dicembre 2011
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