il legame ce lo spiega Roberto Maroni, nell'ultima sua dichiarazione alla stampa; la copiamo dal sito dell' ANSA (che non è la squadra di Rostock):
La Lega Nord ''non e' un partito separatista ma federalista, profondamente radicato sul territorio'', ''l'unico, vero partito che si ispira a chi sapeva cosa era un partito, cioe' Lenin. Uno schema dove c'e' uno che comanda e altri che danno esecuzione al progetto, che hanno compreso''. A spiegare cosi' l'ascesa del Carroccio nel panorama politico italiano e' stato questa sera il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, che ha preso la parola nel corso della presentazione del libro ''Leghiste. Pioniere di una nuova politica'' scritto dalla giornalista Cristina Giudici per l'editore Marsilio. Secondo Maroni c'e' ancora oggi, riguardo alla Lega, un deficit di comprensione'' se non una sorta di ''atteggiamento molto snob sia nei commentatori che nel panorama politico anche perche' - ha detto - ci si ferma alla prima fila di Pontida, quella di chi indossa l'elmo con le corna o fa folklore. Ma dietro - ha subito aggiunto - ci sono molte altre file''. In questo senso Maroni ha spiegato che la fase secessionista del Carroccio ''si e' chiusa nel 2000'' e che oggi qualcuno non ha capito, ''nella superficialita' dell'analisi'' che il partito ha ormai imboccato la strada della responsabilita' e del governo. Una Lega, ha aggiunto Maroni, che ha puntato soprattutto sull'organizzazione sin dal suo nascere. ''Berlusconi - ha infatti detto - ha teorizzato il partito leggero ma per noi non e' cosi' ed il nostro e' un partito pesante che investe nell'organizzazione''. ''Il Pci - ha poi spiegato il ministro leghista - aveva investito in un progetto ideologico che divideva la societa' in classi. Si e' trattato, come i fatti hanno dimostrato, di un investimento sbagliato. Noi siamo, invece, un partito post-ideologico che non si organizza su un'asse orizzontale destra-sinistra, ma su un'asse verticale, nord-sud. Abbiamo copiato dei modelli del Pci ma i nostri sono ideali territoriali. Non c'e' da stupirsi, allora, se gli operai che sono iscritti alla Cgil ci votano. Non e' una contraddizione. Noi - ha concluso Maroni - siamo di destra e di sinistra insieme e la nostra ambizione e' quella di agire su aree socio-economiche''.
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