martedì 18 agosto 2020

Referendum: NO alla grande menzogna

Il 20 e 21 settembre saremo chiamati a votare sul referendum costituzionale sul taglio del Parlamento, meno 36,5%, riducendo da 630 a 400 il numero dei deputati e da 315 a 200 quello dei senatori.
Il progetto politico che ha portato al taglio della rappresentanza parlamentare senza ascoltare alternative e critiche e' rapidamente invecchiato, esso si risolve in un attacco al ruolo della rappresentanza parlamentare proprio quando ne andrebbe rilanciato il ruolo di rappresentanza e unificazione dell'Italia.
Di fronte al disastro umano, economico, occupazionale e sociale provocato dalla pandemia e alla gravita' dei problemi che il popolo italiano si trova ad affrontare in questo momento storico, risalta la vacuita' di una politica che, anziche' affrontare i problemi reali, ha cavalcato il disagio sociale per costruirsi un consenso fondato sulle illusioni dell'antipolitica.
Negli ultimi anni la competizione politica si e' svolta sul filo delle illusioni, sublimando sentimenti di rancore legati al crescente disagio sociale. Si e' creata l'illusione che il disagio sociale sia frutto dei privilegi della casta, che dimezzare le pensioni dei parlamentari sia stato un grande successo popolare, che la nostra vita si possa migliorare discriminando gli immigrati o altre categorie di soggetti deboli, che il disagio politico che nasce dal vuoto della rappresentanza sia colpa delle istituzioni politiche rappresentative, che quindi devono essere ridimensionate, a cominciare dal Parlamento.
La riforma costituzionale che riduce il numero dei parlamentari e' il frutto piu' significativo di questa politica di diseducazione di massa.
Tagliare il numero dei parlamentari non e' solo una questione di numeri o di costi. Si tratta di una riforma destinata ad incidere sulle modalita' di organizzazione della rappresentanza attraverso la quale si esprime e si realizza il principio fondamentale della Repubblica secondo cui la sovranita' appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione e che attribuisce al parlamento un ruolo centrale nel nostro sistema democratico.
Il percorso di questa riforma costituzionale e' stato alimentato dalla grande menzogna che riducendo il numero dei parlamentari si punisce la casta, mentre, al contrario, si puniscono i cittadini che vedranno diminuita la possibilita' di eleggere un "proprio" rappresentante, si dara' un potere sempre maggiore a chi non ne risponde direttamente agli elettori, proseguendo nella separazione tra cittadini e rappresentanti.
Minando il rapporto fra cittadini e parlamentari, si incide sulla rappresentanza, sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo, aumenta di conseguenza la distanza fra rappresentato e rappresentante e viene ulteriormente sacrificato il pluralismo, abbassando il grado di potenziale identificazione del rappresentato con il rappresentante.
Il taglio dei parlamentari sommato alle norme elettorali in vigore apre una ferita nella capacita' di rappresentare i cittadini, i territori, le posizioni politiche esistenti nel paese, creando per di piu' squilibri tra le aree territoriali a parita' di popolazione.
Cio' e' tanto piu' grave alla luce della legge elettorale vigente caratterizzata da una forte quota maggioritaria (3/8 dei seggi) con liste bloccate nel proporzionale e voto obbligatoriamente congiunto tra candidato uninominale e lista collegata con l'effetto di comprimere notevolmente la possibilita' dell'elettore di scegliere i propri rappresentanti.
Il nostro Paese deve affrontare delle grandi sfide di cambiamento per risollevarsi dal disastro provocato dalla pandemia, ma per farlo bisogna sconfiggere l'attitudine della politica a vendere illusioni e a creare falsi miti.
Per questo e' importante respingere la mutilazione della rappresentanza che ci viene proposta con il taglio dei parlamentari oggetto del referendum.
La crisi della rappresentanza politica non si puo' curare riducendo il numero dei rappresentanti ma facendo si' che gli elettori possano tornare a scegliere direttamente i propri rappresentanti di modo che il Parlamento ritorni ad essere il motore della democrazia.
Nel breve tempo che ci separa dalla celebrazione del referendum, grande e' la responsabilita' dei mezzi di comunicazione che hanno il dovere civico di attivare un dibattito pubblico trasparente che fornisca ai cittadini le informazioni essenziali per far si' che il voto sia frutto di una scelta libera e consapevole.
Mobilitiamoci tutti per respingere questo ulteriore sfregio alla nostra democrazia costituzionale.

Pietro Adami, Adista, Mario Agostinelli, Francesco Baicchi, Felice Besostri, mons. Luigi Bettazzi, Sandra Bonsanti, Mauro Beschi, Maria Agostina Cabiddu, Antonio Caputo, don Luigi Ciotti, Nicola Colajanni, Elettra Deiana, don Pierluigi Di Piazza, Anna Falcone, Carlo Di Marco, Domenico Gallo, Alfiero Grandi, Alfonso Gianni, Raniero La Valle, Silvia Manderino, Tomaso Montanari, mons. Raffaele Nogaro, Francesco Pallante, Livio Pepino, Antonio Pileggi, Franco Russo, Giovanni Russo Spena, Giuseppe Salmé, Antonia Sani, don Alessandro Santoro, padre Alberto Simoni, Armando Spataro, Emanuele Ungheri, Nadia Urbinati, Massimo Villone, padre Alex Zanotelli, Rina Zardetto e altri.
adesione.nograndemenzogna@gmail.com

Nessun commento:

Posta un commento