venerdì 2 novembre 2018

Impianto per rifiuti domestici a Bedizzole?

Fa discutere il progetto dell'impianto che a Bedizzole dovrebbe trattare tutta la frazione umida dei rifiuti domestici (la cosiddetta forsu) della provincia.
L'insediamento, che dovrebbe sorgere in un'area vicina al confine con Calcinato, è al centro di un duro attacco di Laboratorio Ambiente e Comitato Cittadini.
“Negli incontri e comunicazioni con il sindaco e il vicesindaco di Bedizzole – racconta la portavoce del Comitato Cittadini Laura Corsini - gli amministratori si sono sempre dichiarati 'terzi' rispetto al progetto. Però i fatti e il silenzio assordante di informazione verso i cittadini ci lasciano alcuni dubbi”.
“Perché – chiede l'esponente ambientalista - questo silenzio da parte del Comune mentre è in atto in Provincia l'autorizzazione a questo progetto? Forse che gli amministratori di Bedizzole sono favorevoli, visto che saranno poco coinvolti dall’impatto ambientale che l'azienda causerà al territorio, in quanto la costruzione è prevista a confine con Calcinato e Lonato?”.
Considerato che “l’impianto comporterebbe per le casse comunali significativi introiti di 'compensazione ambientale', tanto da rimpinguare, ogni anno e non poco, le casse municipali, non è che i 'benefici' che ne deriverebbero hanno fatto scegliere di non convocare nessuna assemblea pubblica, proprio in attesa che sia la Provincia a decidere?”.
Rileva poi che “l’azienda che gestisce la raccolta dei rifiuti a Bedizzole è Aprica, di proprietà del Gruppo A2A, la stessa che intende realizzare l’impianto, dove sarebbe conferita la forsu raccolta anche a Bedizzole, forse con un probabile sgravio sulla Tari”.
Corsini afferma di non comprendere nemmeno la posizione del Comune di Calcinato, “che addirittura, oltre a non avere nessun introito economico per la costruzione di questo impianto (così ci è stato detto), ad oggi non solo non si è ancora dichiarato in tal senso, se non a mezzo dell’assessore all'ambiente il quale ha dichiarato che restava in attesa della decisione del Comune di Bedizzole, e ad oggi non ha ancora organizzato un’assemblea pubblica per informare i residenti della frazione di Ponte San Marco che a meno di 800 metri verrà costruito un altro impianto di trattamento dei rifiuti con produzione di biometano e compost”.
Precisa inoltre “che le richieste di delucidazioni effettuate in Conferenza dei servizi da parte dei due Comuni l’Azienda le ha tutte praticamente eluse trincandosi dietro il consueto slogan dell' 'impianto di pubblica utilità' (aspetto questo che consente di aggirare anche il Pgt comunale, considerato che Bedizzole ha già consentito di delimitare i confini dell'area destinata all'impianto)”.
Fra gli aspetti che maggiormente vengono contestati c'è “la mancata valutazione degli impatti cumulativi prevista dalla legge, considerato che dovrebbe sorgere su un'area di 32mila mq in un contesto dove sono già presenti diverse attività di smaltimento dei rifiuti e altre imprese”, “le modalità di controllo dei contaminanti nel flusso emissivo: l'azienda vorrebbe ottenere una prescrizione per la concentrazione dell'ammoniaca circa tre volte quello di 5 mg/m3 indicato nella Dgr regionale 12764 del 2003 accampando motivazioni prive di riscontro oggettivo”, “l'invarianza idrica imposta per motivazioni di carattere idrogeologico e l'impatto ambientale dovuto all'incremento del traffico veicolare dei mezzi pesanti”.
Inoltre i due Comitati preannunciano che “segnaleranno all’Agenzia per la Concorrenza del Mercato il fatto che l’impianto per il trattamento della forsu (75 mila 843 tonnellate anno) e produzione di biogas/biometano vedrà il conferimento senza alcuna gara di evidenza pubblica”.
“L’economia circolare prevede che il rifiuto della raccolta differenziata sostituirà molte materie prime fossili come materia prima per la produzione di manufatti, biocarburanti, beni di consumo” osserva la portavoce. “L’Agcom ha già ribadito in diverse occasioni che sia messo a disposizione delle attività produttive e del libero mercato che le regolano, impedendo pratiche protettive e limitazioni alla sua libera disponibilità quale materia prima-seconda necessaria all’industria”.
Infine sostiene che “i piani economico-finanziari dei nuovi impianti di A2A in costruzione si fondano sulla certezza del conferimento della forsu da parte delle aziende controllate dal gruppo ad un determinato costo fisso per 20 anni. Ciò significa che, mentre il costo di smaltimento della forsu è destinato a scendere, e con esso la tariffa rifiuti, la Tari per la frazione organica rimarrà alta e invariata per i cittadini per 20 anni, con aggravio per le casse pubbliche e per le tariffe emesse a carico dei cittadini”. 

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