In quest’ultimo mese la questione Tav è tornata prepotentemente a
riempire le cronache dei quotidiani. L’incertezza politica nazionale e
le elezioni locali hanno spinto gli amministratori a rilasciare continue
dichiarazioni pro o contro l’opera.
Dichiarazioni che per la città di Brescia hanno un peso politico elettorale particolare.
Esattamente una settimana fa infatti il bresciano Amministratore Delegato di FS Renato Mazzoncini, in occasione dell’ennesima inaugurazione di un nuovo tassello del rifacimento della stazione di Brescia, ha ribadito e dato per certo che “la partita dell’alta velocità secondo Ferrovie è comunque una questione considerata chiusa” e che il contratto con Cepav2, ultimo tassello dell’iter procedurale, “si può ritenere praticamente firmato”. Dai quotidiani locali apprendiamo sempre tramite le dichiarazioni di Mazzoncini che “la firma definitiva è questione di giorni, ma loro (Cepav2) sono già partiti” e che i lavori non saranno impattanti per la città di Brescia.
Esattamente una settimana fa infatti il bresciano Amministratore Delegato di FS Renato Mazzoncini, in occasione dell’ennesima inaugurazione di un nuovo tassello del rifacimento della stazione di Brescia, ha ribadito e dato per certo che “la partita dell’alta velocità secondo Ferrovie è comunque una questione considerata chiusa” e che il contratto con Cepav2, ultimo tassello dell’iter procedurale, “si può ritenere praticamente firmato”. Dai quotidiani locali apprendiamo sempre tramite le dichiarazioni di Mazzoncini che “la firma definitiva è questione di giorni, ma loro (Cepav2) sono già partiti” e che i lavori non saranno impattanti per la città di Brescia.
Per l’ennesima volta, dal febbraio 2016, ciclicamente si annuncia
l’apertura di un cantiere della Brescia-Verona. Queste dichiarazioni
propagandistiche, oltre a non trovare alcun riscontro nei fatti, pongono
una serie di interrogativi che Mazzoncini non prende minimamente in
considerazione.
Primo tra tutti la grave situazione economica e giudiziaria in cui
Condotte d’Acqua S.p.A. (consorzio di Cepav2 per il 12%) verte. E’
sempre di queste settimane infatti l’arresto del presidente di Condotte
Duccio Astaldi per corruzione e tangenti, ed è di qualche giorno fa lo
sciopero di centinaia di dipendenti per la non chiara situazione in cui
versa la società che al momento non ha ancora comunicato un piano
industriale per uscire dalla crisi. Un dettaglio questo non trascurabile
considerando che Condotte è la terza azienda italiana di costruzioni e
che è esposta per 767 milioni di euro verso le banche e per 1 miliardo
di euro verso i fornitori.
Com’è possibile che in Italia venga appaltato, senza gara d’appalto
ricordiamolo, un consorzio come Cepav2, che ha al suo interno imprese
corrotte come Condotte, per la realizzazione di un’opera di così grande
portata?
E’ un caso che in piena campagna elettorale a Brescia, l’AD di FS
venga proprio in città a sostenere un progetto che nemmeno è stato
completato nella sua fase di progettazione? (ricordiamo le 309
prescrizioni imposte per la realizzazione).
Com’è possibile rassicurare la cittadinanza bresciana che l’impatto
dell’opera sarà minimo se non esiste ancora un progetto per l’uscita da
Brescia?
Più che l’inaugurazione della Sala Freccia in stazione di Brescia, ci
è sembrata una non casuale vetrina politica in sostegno dell’uscente
Sindaco di Brescia del Pd, Emilio Del Bono, ricandidato alle prossime
elezioni di giugno. Un’ennesima vetrina politica con “nuove” e
commedianti proclamazioni di avvio immediato dei lavori che proverebbero
a mettere in secondo piano la politica nazionale che invece sembrerebbe
voler mettere in discussione opere inutili, superate, costose e dannose
come il TAV.
Forse l’uscente Sindaco Del Bono con la sua giunta, che fin dall’inizio del loro mandato hanno spinto e appoggiato la realizzazione di quest’opera nel centro della città, non sono più in grado di giustificare la necessità della realizzazione del TAV alla luce degli ultimi scandali e del cambio di opinione politica nazionale sull’opera? Incertezza che ha costretto la giunta bresciana a chiamare in campo un personaggio come l’Amministratore Delegato di FS in rassicurazione della realizzazione prossima e certa dell’opera tanto agognata.
Forse l’uscente Sindaco Del Bono con la sua giunta, che fin dall’inizio del loro mandato hanno spinto e appoggiato la realizzazione di quest’opera nel centro della città, non sono più in grado di giustificare la necessità della realizzazione del TAV alla luce degli ultimi scandali e del cambio di opinione politica nazionale sull’opera? Incertezza che ha costretto la giunta bresciana a chiamare in campo un personaggio come l’Amministratore Delegato di FS in rassicurazione della realizzazione prossima e certa dell’opera tanto agognata.
Alla luce di quanto sta accadendo, increduli della superficialità con
cui la politica ed FS discutono di un’opera di tale portata e del
futuro dei nostri territori, in data 21.05.2018 abbiamo inviato tre
comunicazioni ufficiali per denunciare alcune procedure che potrebbero
essere messe in atto in merito all’iter della linea AV/AC Brescia –
Verona.
In particolare abbiamo depositato un esposto-denuncia alla Procura Generale presso Corte dei Conti della Regione Lombardia e Veneto,
un atto di diffida e messa in mora al Ministero delle Infrastrutture –
Al Ministero Delrio e al Nuovo Ministro delle Infrastrutture e per
conoscenza al presidente di A.N.AC Sig. Raffaele Cantone, ed infine un
esposto ai Prefetti di Brescia e di Verona e per conoscenza a tutti i
mezzi di comunicazione.
I documenti, composti da una premessa rilevante la situazione
finanziaria in cui si trova la Società Italiana per Condotte d’Acqua
S.p.A, della sua richiesta di concordato in bianco a causa di una
pesante ristrutturazione dei debiti, del mancato rilascio da parte di
alcune sedi dell’INPS del DURC (il Documento Unico di Regolarità
Contributiva è il documento con il quale si dichiara la
regolarità contributiva nei confronti di INPS, INAIL e, per le imprese
tenute ad applicare i contratti del settore dell’edilizia, di Casse
edili.) per mancati versamenti contributivi necessari ad effettuare
qualsiasi appalto pubblico; diffidano e portano a conoscenza le modalità
in cui sono state utilizzate le risorse economiche pubbliche, le
modalità di affidamento degli appalti, la mancanza di una analisi seria
dei costi e benefici, intimano a non formalizzare nessun atto
contrattuale con il General Contractor CEPAV DUE pena la diretta
responsabilità e la chiamata a rispondere in giudizio.
Dopo 30 anni di storia italiana NO TAV sappiamo che non esistono
governi ed amministratori amici: ci possono essere governi ed
amministratori meno ostili, più favorevoli, altri decisamente ostili, ma
sono i fatti che contano, non le parole spese. Ci aspettiamo una
posizione più netta sulle grandi opere e non deleghiamo più nessuno in
difesa dei nostri territori, dei nostri soldi pubblici, delle nostre
priorità e della salute.
Basta perdere tempo, basta slogan propagandistici basati sul nulla, basta parole, fermiamo davvero il TAV.
Coordinamento NO TAV Brescia-Verona
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