A
quasi un mese dalla presentazione a Calcinato della nostra “mozione antifascista per l'aggiornamento del Regolamento Comunale per l'utilizzo delle sale civiche”, mentre
nell'intera penisola dilaga la furia neofascista e anche dai tombini
del nostro territorio fuoriescono loschi figuri che con parole e
scritte ripropongono boriosi mostruosità mai sepolte del tutto,
giunge da Brescia la notizia che il Tar ha bocciato il ricorso di una
lista che si rifiutava di sottoscrivere la “dichiarazione
antifascista” per la concessione delle sale comunali. Ricorso
bocciato perché - spiegano i giudici amministrativi - accogliere i
principi della Costituzione significa ripudiare il fascismo.
Quello
che chiedeva il Comune di Brescia (e che noi insistiamo cortesemente che esiga anche il Comune di Calcinato) è un atto
confermativo di quanto sottolineato nella Carta Costituzionale.
Esigere una simile dichiarazione non lede la libertà di pensiero e
di associazione "dal momento che se tale libertà si spingesse
fino a fare propri i principi dell'ideologia fascista sarebbe
automaticamente e palesemente in contrasto con l'obbligo e l'impegno
al rispetto della Costituzione. Dunque avere subordinato l'accesso
agli spazi pubblici alla dichiarazione (...) non può essere
considerato contrario alla legge".
In
attesa che la mozione antifascista (per approfondimenti:
http://lineaindipendente.blogspot.it/2018/01/ancora-fischia-il-vento-una-mozione.html)
venga - speriamo presto - discussa e approvata in consiglio comunale,
diffidiamo sin d'ora il sindaco di Calcinato dal concedere le sale
civiche a liste, gruppi e associazioni che perseguono finalità
incompatibili con la nostra Costituzione: il fascismo non è
un'opinione, è un crimine.
La sentenza di cui si parla si può leggere qui: https://www.giustizia-amministrativa.it/cdsintra/cdsintra/AmministrazionePortale/DocumentViewer/index.html?ddocname=5BLCKWDZV2JQEP6M2IL52O7OXM&q=casapound
RispondiEliminaGrazie, compagni.
Aldo Cervi