Manifesto futurista situazionista ZTT09 del libero passeggio
di Giuseppe Caliceti [Tratto da Il primo amore]
1. Noi vogliamo camminare e per le nostre città e le nostre campagne, le nostre spiagge e le nostre montagne, senza importunare e senza essere importunati da sindaci sceriffo e rondisti da battaglia.
2. Noi vogliamo abitare liberamente il pubblico territorio in cui viviamo e percorrere liberamente il pubblico territorio che attraverseremo nei nostri viaggi per mare, per cielo, per terra.
3. Noi ci schieriamo in modo non violento, ma fermamente, contro il decreto ministeriale dello Stato italiano del 5 agosto 2008 che ha definito la figura dei “sindaci sceriffo” e il nuovo decreto sicurezza Maroni (dl.733) ancora in fase di approvazione, ma che ha già portato ad un inasprimento del controllo anche in scala locale.
4. Noi non vogliamo che nelle nostre città venga ulteriormente limitato l’uso delle principali piazze per cortei e manifestazioni pubbliche nei fine settimana o in altri giorni, né che siano annunciati da chicchessia divieti fisici oltre che simbolici quali quello di sedersi sui monumenti e gli edifici pubblici.
5. Noi vogliamo guardare toccare ascoltare annusare, con tutti i nostri sensi i nostri pubblici monumenti ed edifici perché, in quanto pubblici, ci appartengono; appartengono alla comunità e quindi appartengono a ognuno di noi.
6. Noi ci sentiamo responsabili né più né meno che gli altri cittadini nel pretendere rispetto verso luoghi e monumenti pubblici che sono legati in modo indissolubile al nostro spazio-tempo presente-passato- futuro.
7. Noi pretendiamo addirittura, volendo, di abbracciare colonne e di baciarle, di poter parlare con loro e ascoltare la loro voce invisibile, senza per questo essere considerati né pazzi né criminali.
8. Noi non pesteremo le aiuole, se è di questo che qualcuno ha paura; né intendiamo farci i bagni nelle pubbliche fontane, nonostante qualcuno abbia fatto ironia su questo per offendere gli immigrati. Noi non proviamo odio né rancore di alcuna risma, alla vista di un cittadino italiano di origine straniera camminare o correre o cantare o divertirsi senza far male ad alcuno nelle nostre città; anzi, se c’è un po’ di intorno a noi ci sentiamo più felici.
9. Noi abbiamo a cuore la difesa e la tutela delle libertà comuni e intendiamo protestare a oltranza contro chiunque intenda metterle in discussione.
10. Noi non tollereremo che qualcuno si impossessi di ciò che, in quanto bene comune, è anche nostro. E difenderemo con tutto il nostro coraggio e la nostra fantasia chi, in modo arbitrario, intenda rovinarlo o privarcene.
2. Noi vogliamo abitare liberamente il pubblico territorio in cui viviamo e percorrere liberamente il pubblico territorio che attraverseremo nei nostri viaggi per mare, per cielo, per terra.
3. Noi ci schieriamo in modo non violento, ma fermamente, contro il decreto ministeriale dello Stato italiano del 5 agosto 2008 che ha definito la figura dei “sindaci sceriffo” e il nuovo decreto sicurezza Maroni (dl.733) ancora in fase di approvazione, ma che ha già portato ad un inasprimento del controllo anche in scala locale.
4. Noi non vogliamo che nelle nostre città venga ulteriormente limitato l’uso delle principali piazze per cortei e manifestazioni pubbliche nei fine settimana o in altri giorni, né che siano annunciati da chicchessia divieti fisici oltre che simbolici quali quello di sedersi sui monumenti e gli edifici pubblici.
5. Noi vogliamo guardare toccare ascoltare annusare, con tutti i nostri sensi i nostri pubblici monumenti ed edifici perché, in quanto pubblici, ci appartengono; appartengono alla comunità e quindi appartengono a ognuno di noi.
6. Noi ci sentiamo responsabili né più né meno che gli altri cittadini nel pretendere rispetto verso luoghi e monumenti pubblici che sono legati in modo indissolubile al nostro spazio-tempo presente-passato- futuro.
7. Noi pretendiamo addirittura, volendo, di abbracciare colonne e di baciarle, di poter parlare con loro e ascoltare la loro voce invisibile, senza per questo essere considerati né pazzi né criminali.
8. Noi non pesteremo le aiuole, se è di questo che qualcuno ha paura; né intendiamo farci i bagni nelle pubbliche fontane, nonostante qualcuno abbia fatto ironia su questo per offendere gli immigrati. Noi non proviamo odio né rancore di alcuna risma, alla vista di un cittadino italiano di origine straniera camminare o correre o cantare o divertirsi senza far male ad alcuno nelle nostre città; anzi, se c’è un po’ di intorno a noi ci sentiamo più felici.
9. Noi abbiamo a cuore la difesa e la tutela delle libertà comuni e intendiamo protestare a oltranza contro chiunque intenda metterle in discussione.
10. Noi non tollereremo che qualcuno si impossessi di ciò che, in quanto bene comune, è anche nostro. E difenderemo con tutto il nostro coraggio e la nostra fantasia chi, in modo arbitrario, intenda rovinarlo o privarcene.
Reggio Emilia, 18 Aprile 2009,in occasione della Ronda dell’Oca
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