sabato 19 luglio 2025

Lettera ai sindaci sulla base militare di Ghedi

Nei giorni scorsi il collettivo bresciano “Donne e uomini contro la guerra” ha inviato ai sindaci e ai consiglieri comunali di Brescia, Ghedi, Bagnolo Mella, Montichiari, Montirone, Leno, Castenedolo, Gottolengo, Isorella e Borgosatollo una lettera aperta sui pericoli connessi alla presenza di ordigni nucleari alla base militare di Ghedi dove – secondo i pacifisti – “sono stoccate almeno 20 testate atomiche pronte per essere caricate sui caccia bombardieri F35 (le famigerate B61-12), mentre sempre più minacciosi venti di guerra soffiano sul mondo, sull’Europa e sull’Italia”.
“Che la base di Ghedi costituisca una minaccia per centinaia di migliaia di persone che vivono a grande distanza da Brescia lo dimostra la stampa locale e nazionale che non raramente aggiorna sull’intensificarsi delle esercitazioni aeree aventi come epicentro la stessa base” osservano.
“Che la medesima base, con effetti devastanti sulla Lombardia, sia possibile obiettivo di ritorsioni e di attacchi nucleari sventatori è consapevolezza condivisa anche dalla nostra Regione che, con diverse disposizioni, ha affrontato il tema di possibili situazioni di contaminazione di tipo nucleare e radiologico e delle conseguenti emergenze” sottolineano poi, richiamando “le deliberazioni regionali 7670/2022 sulla gestione delle emergenze radiologiche e nucleari e 1237/2023 che stabilì di istituire 30 microdepositi dedicati allo stoccaggio di milioni di compresse di ioduro di potassio al fine di proteggere la tiroide dall’assorbimento di iodio radioattivo emesso in seguito a un incidente nucleare”.
Questi cittadini informano poi che “sulla base di un documento riservato del Ministero della Difesa italiano del 2020, Greenpeace ha calcolato che in caso di deflagrazione atomica per incidente o per attacco bellico il fall-out radioattivo coinvolgerebbe dai 2 ai 10 milioni di persone secondo la direzione dei venti”
Concludono infine chiedendo “un intervento pubblico sia per l’informazione alla popolazione, sia per le misure preventive ed emergenziali per garantire la sicurezza della cittadinanza”.

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