venerdì 20 marzo 2020

Ciao, Gino!

Stamattina alla Casa di Riposo di via Salvo d’Acquisto 5 è spirata una figura leggendaria per Calcinato, Angelo Giorgio Scalvini, da tutti conosciuto come Gino, uno degli ultimi sopravvissuti all’eccidio nazista della Divisione Acqui a Cefalonia, una epopea che nel 2003 aveva condensato con accenti commoventi fa nella pubblicazione del suo diario "Prigioniero a Cefalonia" (uscito per i tipi di Mursia editore), volume tuttora apprezzatissimo da critica e pubblico. 
Nato nel 1923, Gino fu assegnato alla Acqui il 13 gennaio 1943: l'8 settembre aveva vent'anni e si trovava con i suoi commilitoni a Itaca. Il 9 a Samo partecipò alla leggendaria "consultazione referendaria", pronunciandosi con i commilitoni per la resistenza al nemico che in quelle ore stava invadendo la patria. La repressione fu durissima e costò ai nostri quasi 1.500 morti in battaglia, 5.000 giustiziati, 3.000 prigionieri destinati poi a scomparire negli abissi marini a bordo delle navi tedesche che urtarono nelle mine disseminate un po' ovunque. In totale i soldati morti furono 9.406.
Gino trascorse la notte successiva al massacro appostato su un albero a pochi metri dal mare. In seguito saltò con altri militari su una scialuppa di salvataggio, affrontando poi disavventure infinite. Catturato dai tedeschi, fu caricato su un treno insieme ad altre centinaia di prigionieri: destinazione prima Barauka, in Bielorussia, poi Riga, poi Danzica. Infine il ritorno a casa, su mezzi di fortuna. A Calcinato giunse, stremato nel fisico e con la morte nel cuore, il 10 settembre 1945. Ma più forte delle strazianti immagini che aveva negli occhi fu la voglia di ricominciare, l'indistruttibile attaccamento alla vita, che per il reduce significherà una famiglia e un lavoro ai quali ha dedicato i lunghi e gioiosi anni dalla ricostruzione ad oggi.
Per decenni, finché la salute glielo ha consentito, Gino ha partecipato da protagonista a tutte le commemorazioni di quella tragedia che segnò l’inizio della Resistenza militare italiana al nazifascismo. Infaticabile la sua opera di testimonianza nelle scuole di tutta Italia a perenne monito nei confronti delle nuove generazioni.
Sovente evocava le drammatiche vicende che si trovò a vivere in versi carichi di emozioni: “Scende nella notte la neve/ sul dur treno./ Gemo dal freddo/ pensando alla sorte/ che m’ha portato sì grande dolor./ Vola il pensiero alla mamma./ E poi desolato mi metto a dormir.” sono quelli scelti per il necrologio affisso in paese.
Nel rispetto dell'ordinanza governativa per contenere il coronavirus, la benedizione si terrà in forma strettamente privata lunedì 23 marzo alle ore 10.30 al cimitero di Calcinato, dove Gino verrà poi sepolto.

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