Come mi sentivo terribilmente triste pensando a mia madre addormentata nel letto
che morirà un giorno
sebbene dica lei stessa “non c’è da preoccuparsi della morte
da questa vita ci avviamo verso un’altra”
Come mi sentivo triste lo stesso –
non aver vino per dimenticare i miei denti guasti è già brutto
ma che si guasti il mio corpo intero e il corpo di mia madre si guasti
verso la morte, è così pazzescamente triste.
Sono uscito nell’alba pura: ma perché dovrei essere felice di un’alba
che albeggia su un altro sentore di guerra,
e perché dovrei essere triste : non è almeno l’aria fresca e pura?
Guardai i fiori della siepe: uno era caduto:
un altro era appena sbocciato : nessuno di loro era triste o felice.
D’improvviso capii che tutto va e viene
compresa la tristezza: anche questa se ne andrà;
triste oggi felice domani: sobrio oggi sbronzo domani: perché
angosciarsi tanto?
Come me ciascuno ha le sue pecche
Perché dovrei disprezzarmi? Anche questo viene soltanto
per andarsene.
Ogni cosa va e viene. Che bellezza!
Le guerre malvage non dureranno per sempre!
Anche le forme belle se ne vanno.
Se tutto va e viene O perché essere triste? o felice?
Malato oggi sano domani. Ma O sono così triste lo
stesso!
Non faccio che andare e venire per casa,
Anche la casa va e viene.
Finiremo tutti in paradiso lo stesso, insieme in
quella eterna beatitudine dorata che ho visto.
O com’è triste non riesco a scriverlo bene.
Questo è un tentativo verso la facile levità
della poesia cinese
Devo davvero fare a modo mio.
Ma anche quello se ne andrà, le preoccu-
pazioni per lo stile. Per la tristezza
Il mio ronronante gatto felice detesta
le porte!
E a volte è triste e silenzioso, naso bollente, singhiozzi,
e un debole miagolio da cuore spezzato.
Là vanno gli uccelli, volando a ovest per un momento.
Chi conoscerà mai il mondo prima che passi?
Jack Kerouac, 16 settembre 1961
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