tag:blogger.com,1999:blog-1599113229647110542.post8127695915896334625..comments2023-11-22T18:10:33.348+01:00Comments on lineaindipendente: E' morto Alessandro Spinalineaindipendentehttp://www.blogger.com/profile/04139106671068734249noreply@blogger.comBlogger2125tag:blogger.com,1999:blog-1599113229647110542.post-59862243858440944702013-07-15T16:16:41.273+02:002013-07-15T16:16:41.273+02:00Gli ultimi guizzi del demone figlio dell’amicizia ...Gli ultimi guizzi del demone figlio dell’amicizia intercorsa tra Spina e la Campo si sono forse concessi nel nostro colloquio telefonico. È emerso in particolare l’apprezzamento che Alessandro Spina riservava alle traduzioni dell’amica dagli autori tedeschi Edward Mörike e, per l’appunto, Hugo Von Hofmannsthal. Ha tenuto a ricordare in special modo le traduzioni delle poesie di Mörike uscite nel dopoguerra per Cederna, per il periodo difficile in cui vennero coraggiosamente pubblicate e per il valore di classico della poesia di Mörike.<br /><br />Un accenno al nom de plume della Campo è apparso d’obbligo di fronte alla scelta comune dei due di farvi ricorso, attraverso una citazione verghiana per quanto riguarda Basili Khouzam, tramite un nome dall’origine ben più incerta per Vittoria Guerrini. Non solo per questa comunanza, ma anche perché proprio in una lettera del 1962 a Spina si trova l’unico accenno di Cristina Campo al suo pseudonimo, da cui si comprende come con «Campo» la scrittrice intendesse far riferimento al campo nazista di Auschwitz, quasi a farsi portatrice del male assoluto, così come Cristo (da cui il nome «Cristina») si era fatto carico dei peccati dell’umanità immolandosi per mondarli. Ma Alessandro Spina non crede che la Campo avesse scelto lo pseudonimo proprio in quel senso preciso. Non era solo quello che aveva in mente. Purtroppo, molto discretamente, Spina non accenna ad alcuna altra interpretazione.<br /><br />Il più prezioso frutto di questa conversazione è stato senz’altro l’indicazione di quello che Spina considerava l’inedito più cospicuo e interessante di Cristina Campo. Si tratta delle lettere alla poetessa e traduttrice greca Margherita Dalmati, l’unica corrispondente della Campo che non aveva obbedito alla richiesta di eliminare tutte le sue antecedenti il 1955. La Dalmati non le aveva distrutte, ma non le ha mai rese disponibili per una pubblicazione, nonostante l’insistenza di tanti amici tra cui Margherita Pieracci e lo stesso Spina. Le venne proposto di stamparle censurate, eliminando i passaggi che ritenesse troppo intimi e personali, oppure di consegnarle in custodia a qualche centro di studi con l’ingiunzione di aprirle solo dopo una determinata data. Nessuno di questi suggerimenti venne accolto. Di fronte all’insistenza di molti, Margherita Dalmati dichiarò infine di aver bruciato le lettere e non se ne seppe più nulla. Ormai lei è morta e sul destino delle sue carte c’è stata un’enorme confusione, mi ha spiegato Spina, aggiungendo che potrebbe essere interessante tentare di ricostruire la storia di questi documenti, scoprire se esistano ancora oppure no. <br /><br />Di questo grande scrittore, depositario di un rapporto con la letteratura che è interiorizzazione profonda, vorrei infine ricordare la capacità di sovrapporre nella memoria le visite a Cristina Campo agli incontri di Peter Walsh e Clarissa Dalloway, personaggi del celebre romanzo di Virginia Woolf. Ha scritto infatti: «Pensavo sorridendo al ritorno di Peter, ogni volta che di ritorno dall’Africa giungevo in Piazza Sant’Anselmo. E immaginavo Cristina che raccomandava la veste verde per la sua serata. [...] Ci sono romanzi (e personaggi di romanzo) che precedono la nostra vita, che ci danno la giocosa sensazione di recitare un testo già scritto: e quale testo!». Di Alessandro Spina non restano insomma solo i romanzi dedicati alla resistenza libica, le traduzioni, i saggi, ma soprattutto un esempio di vita schiva e riflessiva, interamente dedita alle belle lettere e ai loro illustri protagonisti.Federica Rosahttps://www.blogger.com/profile/08179281848435978632noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1599113229647110542.post-53034237124865996742013-07-15T16:16:01.073+02:002013-07-15T16:16:01.073+02:00Un demone aleggia ancora
Una testimonianza inedit...Un demone aleggia ancora<br /><br />Una testimonianza inedita dell’amicizia intercorsa tra Alessandro Spina e Cristina Campo a pochi giorni dalla morte dello scrittore bresciano <br /><br />di Federica Rosa<br /><br />L’11 luglio appena trascorso è mancato a Brescia lo scrittore Alessandro Spina, nato nel 1927 a Bengasi e vissuto per molti anni in Africa, lavorandovi come imprenditore. Autore di romanzi quali “Il giovane maronita” (Rusconi, 1971), “Le nozze di Omar” (Rusconi, 1973) e di racconti, ha vissuto i suoi ultimi anni a Padergnone, in Franciacorta, nella provincia di Brescia. Nel 2006 la casa editrice Morcelliana ha riunito le sue opere nel volume “I confini dell’ombra”, vincitore del premio Bagutta 2007. <br /> <br />Nel febbraio scorso ho avuto modo di raccogliere una testimonianza di Alessandro Spina relativa all’amicizia che per anni l’ha legato a Cristina Campo, scrittrice segreta, come lui dedita ad una vita ritirata, celata dietro un misterioso pseudonimo letterario. La conversazione è stata breve ma grandi la disponibilità di Alessandro Spina e il suo sincero interesse.<br /><br />Il primo contatto tra i due aveva avuto luogo nel 1961 quando, il 13 febbraio, lei gli aveva scritto una lettera per complimentarsi del racconto “Giugno 1940” («Mi è sembrato una cosa di una qualità molto rara, come da tempo non mi accadeva di leggere [...] mi ha turbato quel fondo di grazia, di libertà e di orrore. Il sentimento dell’abitudine come morte vivente, la forza di volerla spezzare»). Così aveva inizio un’amicizia e uno scambio epistolare che sarebbero durati fino agli ultimi anni della Campo, morta nel gennaio 1977. Il carteggio è stato pubblicato e, nella riedizione Morcelliana 2007, è l’unico caso in cui è possibile leggere sia le lettere della Campo che quelle del suo interlocutore, essendo le carte di lei andate in gran parte perdute. Alessandro Spina ha poi dedicato alla memoria dell’amica un libretto edito da Scheiwiller nel 1993, “Conversazione in Piazza Sant’Anselmo”, in cui ricorda, con Hofmannsthal, come ogni relazione tra due persone sia un nuovo individuo, una sorta di demone. <br /><br /><br />Federica Rosahttps://www.blogger.com/profile/08179281848435978632noreply@blogger.com