lunedì 25 ottobre 2021

Milite Ignoto: una preziosa testimonianza

Cinquant'anni fa, in compagnia di mia nonna e dei miei genitori, andai a visitare il sacrario/ossario di Castel Dante a Rovereto. Mia nonna, classe 1896, è stata sposa a diciott'anni e vedova a venti con due bambine piccolissime da accudire. Il marito, mio nonno Lorenzo, impresario edile con un’impresa già ben avviata, viene spedito in guerra a causa dei balordi guerrafondai, tanto simili a quelli ancora attuali della nostra società contemporanea, che dovevano vendere armi ad ogni costo. 

L’Italia, in cambio della neutralità, avrebbe ricevuto dall'Austria, il tanto desiderato ed agognato Trentino (… e questa tesi la conoscono anche i sassi del Piave), ma ciò non avrebbe comportato un enorme macello di uomini, persone e, alla fine, anche ragazzi. Perciò l’Italia entra in guerra un anno dopo; mio nonno viene ferito una prima volta, ritornato al fronte dopo una breve licenza sanitaria, è mandato a Borgo Tirolo dove è in corso una guerra di posizione: gli italiani da una parte, il “nemico” di fronte. 

A questo punto non è possibile non citare l’episodio struggente della vigilia di Natale del 1914, anche se l’Italia in quel momento era ancora neutrale. In prossimità del 25 dicembre, soldati tedeschi e britannici, abbarbicati nelle proprie posizioni, iniziarono uno scambio reciproco di auguri, di canzoni natalizie cantate da dietro le linee, nelle trincee, da parte degli opposti schieramenti, fino a che i militari, uscendo dai ripari non fraternizzarono, scambiandosi piccoli doni e addirittura iniziarono a giocare a calcio. 

Meno di due anni dopo, mio nonno, nel giugno del 1916 venne colpito a morte e sepolto a nord della chiesetta di Sant’Osvaldo a Borgo Tirolo (come si chiamava prima della guerra mondiale, Borgo Valsugana dopo). Nel 1917 la Segreteria di Stato Vaticana comunica a mia nonna che suo marito è deceduto in combattimento ed il luogo della tumulazione; la Croce Rossa Italiana, attraverso i Regi Carabinieri di Rezzato, fa avere la piastrina di riconoscimento del nonno Lorenzo al bisnonno Giacomo. D’accordo che i carabinieri fanno parte del Ministero della Difesa, ma comunque, quest’ultimo, né tanto meno lo Stato Italiano, hanno avuto la decenza di comunicare alla famiglia che Agliardi Lorenzo era stato ammazzato. Tornando a Rovereto apprendo che tutti i militari sepolti nei vari cimiteri di paese, o in cimiteri appositamente creati per accogliere le spoglie dei combattenti mondiali sono stati traslati e sepolti qui, nell'ossario. Consultati gli elenchi scopro che il nome di mio nonno non si trova, quindi dove sarà? Certo se gli hai tolto la piastrina di riconoscimento e l’hai spedita a casa alla moglie, il soldato sepolto e ritrovato, risulta ignoto. O no? Anni dopo, il ministero della Difesa, su mia richiesta risponde che: “… all'atto delle esumazioni molti resti non furono identificati per assoluta mancanza di elementi idonei al riconoscimento e collocati fra gli ignoti del Sacrario”. Ciò non dirime il dubbio che mio nonno possa essere il milite ignoto, ma questa è un’altra storia. 

Celebrare un “milite ignoto” a ricordo dei milioni di operai, contadini, poveri cristi e proletari in genere che sono stati ammazzati ed immolati sull'altare del capitale è pietas; far assurgere a mito un soldato morto per scagionare e giustificare le nefandezze che sono state commesse prima dello scoppio della guerra mondiale e dopo la fine della stessa per elevare a leggenda la più becera retorica militarista è quanto di più vergognoso si possa immaginare. 

Apprendo con sgomento che il nostro sindaco/la nostra sindaco/la nostra sindaca ha dichiarato, intervistata da una radio locale, che il Comune di Calcinato conferirà la cittadinanza onoraria al milite ignoto. Sono basito, ma neanche troppo. 

Concedere la cittadinanza onoraria al Milite Ignoto è antistorico, fuori da ogni raziocinio. Personalmente, se mi è umilmente consentito proporrei, per una cosciente e responsabile cittadinanza onoraria, il nome di Franz Jägerstätter, per chi non ne avesse mai sentito parlare, si tratta di un contadino cattolico austriaco che rifiutando di indossare la divisa hitleriana, fece la sua obiezione di coscienza e scelse di morire piuttosto di prestare il servizio militare nell'esercito tedesco e di uccidere barbaramente. Nel 2007, sotto il pontificato di Benedetto XVI, Franz venne proclamato beato, un esempio encomiabile di disobbedienza civile contro la barbarie del militarismo e di tutti i fascismi. Persone come Jägerstätter hanno il diritto sacrosanto di essere citate e innalzate ad esempio, nel caso specifico innalzate agli onori degli altari e non a quell'abominio di altare della Patria romano, con tutta la retorica ignorante che sta alle spalle, e che ancora oggi, nel terzo millennio, perdura e dove si mascherano, bluffando, azioni di morte e di offesa per missioni di pace e fratellanza.

Giulio Botticini

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